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Catasto delle cavità naturali
dell'Emilia-Romagna

Introduzione

Il Catasto delle Cavità Naturali dell'Emilia Romagna raccoglie e conserva i dati di tutte le cavità naturali scoperte ed esplorate dai Gruppi Speleologici operanti sul territorio della regione. Per ogni cavità vengono raccolti il rilievo topografico con la planimetria e le sezioni, ed una scheda che riporta le informazioni legate alla sua localizzazione (coordinate geografiche, comune, località e quota), i dati speleometrici (sviluppo planimetrico, profondità), dati geologici, idrologici, archeologici ecc., la storia delle esplorazioni e una breve descrizione.

BO 149 - GROTTA SERAFINO CALINDRI

Sala

Sala

Sinonimo:
INGHIOTTITOIO 3 DELLA BUCA DI BUDRIOLO, BUCO DEL PIOPPO
Classificazione:
Massima importanza, di rilevanza generale
Comune:SAN LAZZARO DI SAVENA (BO)
Località:CROARA
Aggiornamento dati:
2021-10-14
Descrizione:

La Grotta Serafino Calindri si trova sul fondo della Valle cieca, o Buca, di Budriolo ed è uno dei suoi principali inghiottitoi. Presente nel Catasto sotto il nome di Inghiottitoio III della Buca di Budriolo, o Buco del Pioppo, viene visitata nel 1935 e poi rilevata al termine degli anni ’50 dal GSE per uno sviluppo di 10 m ed una profondità di 7,5m.
Nel 1964 Giancarlo Zuffa, del GSB, intraprende la disostruzione di un cunicolo discendente situato alla base del primo vano e ne conduce l’esplorazione. La dedica al celebre ingegnere idraulico e storico S.Calindri, precursore della Speleologia Bolognese, che alla fine del ‘700 visitò e descrisse per primo alcune grotte nei gessi e nelle arenarie della nostra provincia.
La Grotta S.Calindri occupa il segmento centrale di un articolato Sistema carsico, che ha origine nelle due dolinette poste al margine occidentale della valle, entrambe colmate abusivamente sul far degli anni ’70 con lo sterile dell’attigua cava di gesso IECME.
Sul fondo di una di esse era il Buco del Tacchino (ER BO 49), in cui la ripresa delle esplorazioni, poco dopo la scoperta della Calindri, consentì di raggiungere un torrente e concamerazioni fossili indubitabilmente facenti parte della sezione a monte del Sistema. All’interno della Calindri, verso il fondo, convergono le acque della Grotta dell’Acaciaia (ER BO 527), situata nella dolina omonima, sovrastante a SO la valle cieca.
Da questo punto in poi, verso valle, l’intero Sistema è stato distrutto dall’avanzamento della cava “Farneto”, in sinistra del Torrente Zena. Ne facevano parte integrante: il Buco del Cucco (ER BO 57), la splendida Grotta delle Campane (ER BO 53) ed una serie di altre cavità minori, annientate dalle lavorazioni. Resta solo un tronco del Buco delle Gomme (ER BO 56), che funge da risorgente di troppo pieno del Sistema, le cui acque fuoriescono dalla risorgente dell’Osteriola, da un manufatto più volte riattato e comunque insufficiente al transito delle portate di piena.
Il tracciato della Calindri attraversa i banchi gessosi senza intercettare, se non poco a monte della zona sifonante, significativi interstrati marnoso-argillosi.  In massima parte è costituita da meandri a sporgenze-rientranze, alti fino a 26m, evolutisi lungo fratture subparallele perpendicolari al banco, con andamento prevalente NO-SE, spesso infiltrate da colate di gesso secondario (ora a macrocristalli), tracciati che offrono un vasto repertorio di morfologie erosive e di dissoluzione. I condotti hanno subito molteplici fasi, partendo inizialmente dalla classica evoluzione a canale di volta, per poi attraversare un’alternanza di eventi che ne hanno favorito lo sviluppo gravitativo o l’alluvionamento. In più parti della cavità si osservano infatti imponenti depositi di marne e clasti, alti fino a 7m e, ovunque, diffuse saccature di depositi al di sopra delle mensole dei canyon. E’ all’interno di essi che sono stati estratti il cranio di Jena Cocuta ed alcune ossa di Bisonte. Le morfologie graviclastiche sono percentualmente minoritarie ed ovviamente concentrate negli ambienti più vasti. Nel settore Sud della Grotta, più prossimo al fondo esterno della Valle, sono evidenti due distinti paleoingressi, attraverso i quali verosimilmente avevano accesso quanti la frequentarono nell’età del Bronzo.
Da quello Ovest proviene la Condotta, la più ampia galleria della Calindri (fino a 10m), che deriva le acque a monte del Sistema e che prosegue con la Sala archeologica fino alla Sala centrale. E’ questo l’asse principale e più “antico” della Grotta, seguito dalle acque che provenivano dal settore più elevato del Budriolo (Buco del Tacchino) cui, con l’approfondirsi della Valle, si sono unite quelle derivate dai paleoingressi. Come per tutti gli altri Sistemi carsici nei gessi, le dimensioni dei condotti e le stesse sedimentazioni evocano in contributo idrico di bacini di dimensioni assai più ampie di quelli attuali. L’accesso della 149, nel punto più depresso della Buca, rappresenta un ringiovanimento del Sistema (superato al presente da ulteriori approfondimenti), evolutosi lungo una lineazione accessoria di sviluppo della Grotta, che in corrispondenza del Trivio ha intercettato la portata derivata dalla Condotta.

Tutela:
Descrizione: Archelogico, speleotemi
Tipo: Portello
Resp. tutela: GSB-USB
Note: Frequentazione ammessa esclusivamente a Gruppi Speleologici, max 15 persone assicurate individ.te; prenotaz. con anticipo 3 sett. GSB-USB
Zona speleologica:
ZSZ - Zona Savena - Zena
Area carsica:
ER AER 3 GBO - Gessi Bolognesi
Unità geologica affiorante:
Formazione Gessoso-Solfifera
Età:
Messiniano
Autori del rilievo:
Gruppo Speleologico Bolognese
Sviluppo reale:
2049 m
Dislivello totale:
27 m
Mappa di inquadramento
Comune:SAN LAZZARO DI SAVENA
Località:CROARA
Coordinate WGS84:
Latitudine:
Longitudine:
 
Coordinate ED50 / UTM Fuso 32N:
X: 0.0 m
Y: 4000000.0 m
Quota: 166.8 m
 
Mappa dell'ingresso della grotta
Mappa

Rilievo

Pianta e sezione in tavola unica.

Rilievo: Pianta e sezione in tavola unica.

Foto

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