Situato quasi al margine meridionale dell’affioramento del Farneto, l’ingresso della Grotta si trova alla base di un grande masso, in corrispondenza della più bassa e asimmetrica di due piccole doline affiancate.
Rilevata nei primi anni ’60 dal GSE per 120 m ed una profondità di 35 m, nel 1979 l’esplorazione ed il rilievo del GSB le assegnano uno sviluppo di m 330 m ed una profondità di 41 m.
La cavità alternano brevi salti a cunicoli, attraversa grandi ambienti di crollo, poi risale decisamente incontrando numerose diramazioni, con strettoie, camini ed altri pozzetti. In più punti si incontrano grandi riempimenti argillosi, letti di strato a mammelloni. Seguendo l’alveo di un torrente presumibilmente inattivo da tempo, la Grotta tende ad ampliarsi. Ostruito dai sedimenti da una parte, dall’altra consente di raggiungere due sale sovrapposte; quella inferiore esercita una funzione drenante.
Dopo la colorazione effettuata nel 1959 da L. Fantini alla base della Valle cieca di Ronzana, si è ipotizzato che la Grotta presso Cà Fornace insista lungo la direttrice del collettore ipogeo Ronzana-Farneto.
La campagna di ricerche ancora in atto (2017) da parte del GSB-USB nella Dolina dell’Inferno, ha accertato che le acque del Sistema Grotta del Partigiano (ER BO 67) - Pozzo dei Modenesi (ER BO 68) si uniscono in profondità a monte di un collettore già percorso verso valle fino ad un punto assai prossimo alla ER BO 62, per risorgere al Fontanaccio del Farneto, in sinistra del torrente Zena. Le esplorazioni sono terminate con la realizzazione di un nuovo rilievo topografico (2020) che attesta uno sviluppo di 714 m e una profondità di -36 m.