I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. Le cavità naturali e i geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si pụ avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.
L’ampio e spettacolare ingresso della grotta è posto sul fondo di una scoscesa dolina, ubicata poche decine di metri a destra della strada che sale ai Crivellari, in corrispondenza di un pendio gessoso interessato da profonde erosioni. L’ingresso è ora protetto da un cancello, realizzato nell’ambito del “progetto LIFE-Gypsum”. Per l’accesso alla grotta è necessario rivolgersi al Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Ad un primo pozzo, che si apre poco oltre l’ingresso, fa seguito un breve salto, quindi una condotta impostata su di un interstrato che, con pendenza pressoché costante, giunge ad un secondo pozzo, che scende per 18 metri lungo una stretta diaclasi. Alla base, una sala, la cui pendenza è determinata dall’interstrato qui presente, si mostra piuttosto fangosa e con il soffitto interessato da pendenti anti-gravitativi. Qui si incontra un primo torrente che si può seguire verso valle per pochi metri fino ad un sifone. Questo, fino al 2001, costituiva il terminale della grotta. Proseguendo in direzione nord ovest fino al termine della sala si può risalire a sinistra (sud ovest) un pendio assai fangoso, per poi imboccare un cunicolo che subito si fa più ampio. Questa condotta, interessata da colate calcaree, è percorribile per alcune decine di metri, fino ad un camino, privo di prosecuzione percorribile. Tornando a pochi metri dall’inizio della condotta stessa, si nota una colata calcarea che è possibile salire in arrampicata con un passaggio un po’ impegnativo. Superato un successivo passaggio un po’ stretto ha inizio la parte di più recente esplorazione. Si scende lungo un ambiente abbastanza ampio, poi si percorre un breve cunicolo orizzontale per poi scendere un breve salto e ritrovare quindi il torrente a valle del sifone. Questo è percorribile per alcune decine di metri, finché scompare sulla sinistra in una fessura assolutamente impraticabile. Da nord est giunge però un altro torrente, di portata maggiore che scompare nella stessa fessura. Questo è costituito da due rivoli che confluiscono poco più a monte. Il corso d’acqua con portata maggiore si può percorrere per pochi metri, fino ad un sifone. La grotta prosegue invece lungo un meandrino che si percorre per qualche decina di metri fino ad un ramo in salita che chiude in frana. Il meandrino prosegue e, subito dopo, intercetta un altro ramo in salita che, a sua volta, termina in frana. Il terminale di questo ramo è costituito da un camino che, risalito, conduce ad una zona in frana prossima alla superfice. All’esterno, in corrispondenza di questo punto, è presente un piccolo inghiottitoio in parte occluso artificialmente. Il corso d’acqua, che proviene dalla Grotta Enrica, è invece percorribile per pochi metri finché la volta della condotta si abbassa fino ad impedire la prosecuzione.