Grotta di non difficile percorribilità, a parte il cunicolo di collegamento con l’Abisso Fantini che in alcuni punti è piuttosto stretto. La prima parte della cavità è costituita da una serie di ambienti in frana, separati da brevi salti; segue un articolato pozzo.
Giunti alla base e superata una stretta diaclasi (fondo 1972), quindi un cunicolo ed un breve tratto discendente in frana, si accede ad una comoda galleria carsica, fino ad un cunicolo dove occorre strisciare per alcuni metri. Dopo una breve galleria si deve scendere un ripido scivolo per accedere ad una più ampia condotta dal pavimento cosparso di grossi massi di “calcare a Lucina”, qui franati dall’esterno.
Da questo punto è possibile:
1) salire arrampicando su grossi massi fino ad una saletta dalla quale, tramite un breve salto in discesa, si accede ad un bel meandro levigato dall’acqua. È possibile risalirlo, superare in arrampicata un camino e subito giungere, per mezzo di un breve salto, ad un ambiente più ampio. Da questo punto, tramite una breve arrampicata è possibile raggiungere una saletta in frana, adorna di candide concrezioni. È anche possibile seguire in discesa il meandro, superando due pozzetti, quindi un successivo meandro ed un cunicolo, fino ad intercettare un esile torrente che subito scompare in una fessura impraticabile;
2) proseguire agevolmente in discesa per alcune decine di metri fino all’imbocco del lungo cunicolo che precede il collegamento con l’Abisso Fantini. Superato questo impegnativo tratto, reso accessibile grazie ad un lungo e faticoso lavoro di disostruzione, la condotta si fa più ampia poi, intercettato il rivolo d’acqua che esce da una fessura sulla sinistra, si percorre un breve cunicolo che subito immette nell’Abisso Fantini.