Cavità accatastata nel 1967 dal GSB con sviluppo di 70 m, dislivello di +1 m. La grotta costituiva la paleorisorgente del Sistema carsico Calindri-Osteriola, modificata e sezionata dall’attività estrattiva della cava di gesso "Prete Santo", in sinistra del torrente Zena. Questo breve meandro suborizzontale, che ancora oggi esercita le funzioni di "troppo-pieno" del torrente attivo, è ciò che resta della vasta rete di condotte ed ampie sale situate alla base del complesso carsico, completamente distrutte dalla cava. Dalla prima descrizione del Buco delle Gomme (Fantini, 1944), risulta ben chiaro che la ER/BO 56 non ha le caratteristiche della cavità scoperta ed utilizzata per il salvataggio dalle requisizioni tedesche dei famosi pneumatici da autocarro. Probabilmente si trattava della Grotta del Tunnel, di cui esistevano ancora alcuni vasti ambienti nei primi anni ’60. L’alto e stretto meandro del Buco delle Gomme si abbassa progressivamente e dopo una quarantina di metri diviene esiguo cunicolo, riempito da sedimenti terrigeni, ove nel ’67 era possibile avanzare ancora per altri 30 m.