La grotta ha quattro ingressi tutti protetti da un cancello, realizzato nell’ambito del già citato “progetto LIFE-Gypsum”.
Dal primo tornante della via Caduti di Crivellari si procede per alcune decine di metri lungo un canalone appena accennato, finché sulla destra, tra la vegetazione, si intravede l’ingresso costituito da uno scivolo che immette nella cavità.
Poco sopra, tra massi di frana, si apre un secondo ingresso sub-verticale, più scomodo del precedente.
Proseguendo lungo il canalone si raggiunge una piccola dolina ad imbuto, nascosta tra i rovi. Sul fondo di questa, una breve verticale immette nuovamente nella grotta.
L'ultimo ingresso immette nei rami di più recente esplorazione. Dal terzo tornante una carrareccia, sulla sinistra, conduce, dopo poche decine di metri, a Ca’ Boschetti. Da qui si scende, verso est, in direzione di un edificio in rovina. Dietro a questo un sentiero attraversa una ripida scarpata. L’ingresso, ubicato una trentina di metri a nord dell’edificio, è costituito da un pozzo.
Per l’accesso alla grotta è necessario rivolgersi al Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Parte “storica”
Dal primo ingresso, superato lo scivolo iniziale, si giunge ad un ambiente ormai fossile, costituito da una saletta, raggiungibile anche dal secondo ingresso. È possibile proseguire in direzione nord-ovest, verso la Grotta II di Ca’ Boschetti. Dopo una breve discesa si raggiunge un cunicolo ostruito dai riempimenti. A sud si supera un breve passaggio piuttosto basso e, dopo una breve condotta, si scende un ripido scivolo. È possibile raggiungere questo punto anche scendendo dal terzo ingresso. Alla base dello scivolo si prosegue per pochi metri, finché uno stretto passaggio immette nel tratto attivo della grotta che subito chiude. Per raggiungere il torrente verso monte si supera un ripido scivolo, si scende tra massi di frana e si raggiunge un ampio meandro interessato appunto dallo scorrimento dell’acqua. Fino agli anni novanta del secolo scorso questo punto costituiva il terminale verso monte della grotta. La strettoia disostruita non è attualmente percorribile in quanto il torrente l’ha parzialmente chiusa. Per accedere ai rami di più recente esplorazione è stato aperto, dall’interno, un nuovo ingresso.
Nuovi rami a monte
Dal quarto ingresso della grotta si scende un pozzo elicoidale fino a giungere ad una sala di crollo. Per raggiungere il torrente si percorre una breve condotta carsificata e si scende lungo un meandro. Dal ramo attivo si può proseguire verso valle per pochi metri fino a raggiungere il tratto disostruito ed ora non percorribile. Verso monte si prosegue sempre lungo il ramo attivo, si supera un basso passaggio e, subito dopo, si raggiunge un primo sifone sulla destra idrografica del torrente principale. Percorsi ancora pochi metri, lungo un alto meandro, si raggiunge il secondo sifone che costituisce il terminale verso monte della grotta. Questo ultimo tratto è interessato dalla presenza di rami ormai fossili, prossimi all’esterno e parzialmente ostruiti da riempimenti.