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Catasto delle cavità naturali
dell'Emilia-Romagna

Introduzione

Il Catasto delle Cavità Naturali dell'Emilia Romagna raccoglie e conserva i dati di tutte le cavità naturali scoperte ed esplorate dai Gruppi Speleologici operanti sul territorio della regione. Per ogni cavità vengono raccolti il rilievo topografico con la planimetria e le sezioni, ed una scheda che riporta le informazioni legate alla sua localizzazione (coordinate geografiche, comune, località e quota), i dati speleometrici (sviluppo planimetrico, profondità), dati geologici, idrologici, archeologici ecc., la storia delle esplorazioni e una breve descrizione.

RA 668 - INGHIOTTITOIO DI CA' ROCCALE

Classificazione:
Media importanza speleologica
Comune:RIOLO TERME (RA)
Località:CA' ROCCALE
Aggiornamento dati:
2022-02-14
Descrizione:

La stratigrafia e la tettonica della zona dei Crivellari nei pressi del Rio Basino non sono tra le più tormentate della Vena del Gesso, molto lontano dalla estrema tettonizzazione della zona di Monte Mauro.
In generale, la formazione gessosa messiniana immerge verso Nord/nor-Est, presentando giaciture di strati irregolari o caotiche solamente in seguito a crolli, scivolamenti o diaclasi episodiche, interne alle doline.
L’inghiottitoio complesso di Ca’ Roccale svolge il suo percorso iniziale verso Nord poi Nord-Est per una quindicina di metri entro la ripida dolina che la sovrasta, presentando infatti morfologia di crollo e frana.
Il percorso passa tra grossi blocchi frazionati che sono andati a colludere e premere in equilibrio tra loro, mostrando vistosi segni di stress (liscioni striati, sgretolamento da pressione, fratture e cadute di concrezioni, rotture di stalattiti ancora giacenti nelle argille, sericolite nei bordi beanti per progressione nello scivolamento).
La grotta si sviluppa su tre piani, due fossili ed uno basale attivo percorso da un rivolo d’acqua perenne di scarsa entità.
La morfologia si presenta con netta tettonica gravitativa nel piano alto.
Nel piano intermedio, dove terminano ed hanno base le ultime giaciture di grosso crollo generale, prevale una percorrenza sugli assi tettonici, con la comparsa dei primi fenomeni di flusso vadoso, ma anche cunicoli laterali freatici e condotte di troppo pieno.
Il piano basale vede prevalere il fenomeno carsico inserito nella linea tettonica Nord-Ovest/Sud-Est, su di una stratificazione finalmente più omogenea e regolare.
Prevalgono ovviamente i fenomeni vadosi lungo l’asse principale con canali parietali, anse di turbolenza, ma non mancano diramazioni laterali, spesso impercorribili, di origine freatica come ulteriore sviluppo del carsismo del piano intermedio.
Nei cunicoli a genesi fratica sono presenti piccoli fenomeni di erosione antigravitativa a testimonianza di precedenti riempimenti argillosi.
L’attività graviclastica del piano basale è limitata a fenomeni di modeste dimensioni interni alla cavità.
Nella parte finale il torrente si immerge in materiali accumulati da sovraalluvionamento che impediscono la prosecuzione al di sotto di una parete gessosa di evidente giacitura tettonica intersecante.
Nella parte superficiale alta, dove convergono numerosi pozzi occlusi (anche ad opera umana) ricchi di radici pendenti e gocciolanti, l’attività concrezionante è stata prodotto da apporti torbidi tanto gessosi quanto calcare verosimilmente provenienti da interstrati calcareo-marnosi ed a contatti tettonici con la vicinissima formazione a Colombacci.
Nei siti di più lento gocciolamento e di più facile evaporazione si sono formate stalattiti, più raramente stalagmiti (il pavimento argilloso non è propizio), crostoni, formazioni cascanti a splash, vaschette, bande e bordi sporgenti, sempre con rilevanti contenuti argillosi.
Nel piano intermedio e basale l’acqua, evidentemente filtrata e depurata dai carbonati già precipitati al piano superiore, ha prodotto concrezioni gessose con notevoli cascate alabastrine a nuclei anastomizzati e stanze interamente rivestite di cristalli di gesso geminati a piccole infiorescenze a petalo, che restituiscono fantastici giochi di luci per riflessione e rifrazione.
Si notano (per i gessi) grosse stalattiti di alcuni centimetri di spessore ancora vive con forme terminali globose e caudate ampiamente dissimmetriche o elicoidali, mentre sono visibili poche altre più grosse e lunghe giacenti al suolo, spezzate e fluitate, evidentemente coinvolte in fenomeni parossistici più antichi.
Nelle tre stanze in serie orizzontale che costituiscono buona parte del piano intermedio, una concrezione gessosa a vaschette contigue ricopre e ingloba nel pavimento marne colorate, pisoliti e clasti di infiorescenze gessose geminate.
Abbondante e anormale è però la presenza di ciottoli calcarei e silicei fluitati e selezionati rispetto al senso della corrente.
Nei meandri del piano basale, che risultano spesso a formazione vadosa sovrapposta anche tripla, alla confluenza di camini e cunicoli, si notano vaschette gessose ricristallizzate, una sopra l’altra debordanti a cascata, contenenti materiale vari di origine interna ed esterna alla cavità e fluitati da periodi di piena.
In alcune anse di turbolenza fossili, defilati rispetto alla corrente di piena, ancora permangono fino a due serie cicliche di materiali di riempimento, varianti da argilla e ciottoli in basso a peliti fini di decantazione in alto.
In conclusione questa grotta dal carsismo recente ed accelerato, prodotta da acquiferi relativamente superficiali, costituisce un vero e proprio labirinto in verticale ed in orizzontale, sviluppando una percorrenza di 274 m. in un’area di corto raggio.
Essa presenta un non vistosa qualità di fenomeni di corrosione, ma è molto interessante per le concrezioni dovuti ad apporti di acqua percolante molto sparsi e diffusi ed alla relativa facilità di evaporazione in un ambiente gessoso contiguo alla formazione a Colombacci ed al conglomerato trasgressivo pliocenico.
In merito alla presenza faunistica, si nota l’assenza di chirotteri, una rara presenza di aracnidi e coleotteri nella parte alta, accumuli recenti di ossa di piccoli e grandi volatili testimoniano della presenza di predatori dei media taglia, entrati da buchi nascosti.

G.A. Poggialini 1988

Zona speleologica:
VDGMV - Gessi Monte Mauro - Monte della Volpe
Area carsica:
ER AER 4 VGR - Vena del Gesso Romagnola
Unità geologica affiorante:
Formazione Gessoso-Solfifera - Membro di Rio Sgarba
Età:
Messiniano
Autori del rilievo:
Gruppo Amici della Montagna
Sviluppo reale:
274 m
Dislivello totale:
30 m
Mappa di inquadramento
Comune:RIOLO TERME
Località:CA' ROCCALE
Coordinate WGS84:
Latitudine:
Longitudine:
 
Coordinate ED50 / UTM Fuso 32N:
X: 0.0 m
Y: 4000000.0 m
Quota: 199.2 m
 
Mappa dell'ingresso della grotta
Mappa

Rilievo

Pianta e sezione in tavola unica

Rilievo: Pianta e sezione in tavola unica

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