La Grotta di Castel dell'Alpe (475E/FO) è un'ampia cavità di origine tettonica ubicata a 6 km a SW di Premilcuore, che si apre a q. 790 ad un centinaio di metri a S del cimitero della Chiesa di Castel dell'Alpe, ai imargini di un pianoro che si affaccia sulla sinistra del Rabbi.
La cavità è impostata lungo una diaclasi beante diretta NE che incide stratificazioni aventi debole pendenza (D 300°, I 12°} ed andamento monoclinalico.
L'area in esame si trova a meno di 2 km a SW di una faglia inversa avente direzione NW-SE, a cui sono associate numerose faglie minori e fratture; la diaclasi su cui è impostata la cavità in esame ha invece
direzione pressoché perpendicolare a tale faglia.
L' ingresso è posto alla base di un lungo scivolo che scende con forte pendenza (45") per oltre 30 m e si presenta come un' ampia fenditura con foggia a V rovescia, larga sui 5 m alla base e caratterizzata nella parte a lta da grossi massi arenacei incastrati nelle pareti laterali che formano una sorta di architrave.
Il cavemone a cui si accede si sviluppa per 35 m col pavimento fortemente inclinato (circa 40°) ed ingombro di massi in frana; anche qui le pareti presentano una chiara tendenza al restringimento verso l'alto, caratteristica comune a molte grotte
tettoniche. li vano, alto fino a 22 m, è largo in media 5-6 m, con un massimo di m 7 alla base della V rovescia.
Un potente pacco di strati crollato dalla volta e incastratosi tra le pareti ha creato un ponte naturale, pochi metri oltre il quale la sezione della caverna si restringe a meno di 2 m ed il fondo inizia a risalire anche a causa del!' accumulo detritico derivante
dal disfacimento delle arenarie e delle marne. Qui si apre uno stretto pozzo profondo 6 m che conduce ad un breve cunicolo sottostante, impostato anch'esso su fratture beanti disposte dapprima ad angolo retto rispetto ali' asse di quella principale,
poi a 45°. che perviene alla profondità massima di m 29,50.
L'attività idrica (presente in gran quantità ancora oggi, anche se con frequenze stagionali) testimoniata da concrezioni attive presenti in alcuni punti della grotta. non può però aver avuto alcun rilievo nella speleologenesi, se non quello di essere una causa determinante dei crolli, favorendo ed acce lerando il distacco di blocchi arenacei già isolati per motivi tettonici e causando il parziale disfacimento superficiale degli interstrati marnosi.