È parte di un vasto e complesso sistema carsico, con sviluppo di oltre 5 chilometri, che fa capo alla Risorgente del Rio Gambellaro. Il modesto corso d’acqua intercettato sul fondo della grotta alimenta infatti questa risorgente.
In comunicazione con la Grotta Enio Lanzoni.
L’inghiottitoio presso Ca’ Poggio, il cui sviluppo è caratterizzato da repentini cambiamenti di direzione, si apre al fondo di una splendida dolina ubicata circa 400 metri a est di Ca’ Calvana. L’ingresso immette in un ambiente di crollo, segue un’ampia galleria, ingombra di blocchi di gesso e quindi un piccolo salto. Alla base, un passaggio tra massi conduce ad una sala. Un secondo, breve pozzo è adorno di una bella colata calcarea di colore bruno. Da sotto, si diparte un meandro, interessato da erosioni carsiche. Una successiva serie di brevi tratti verticali, intervallata da ampie condotte, caratterizza la morfologia della cavità che, per questa ragione, è spesso frequentata dai corsi di speleologia.
Due pozzi in successione e di maggiori dimensioni segnano la confluenza con la soprastante Grotta Enio Lanzoni. Alla base del secondo pozzo si intercetta un piccolo corso d’acqua stagionale la cui provenienza è ignota. La grotta prosegue, suborizzonale, mutando di continuo la direzione. Un breve salto conduce ad un sifone che, ad oggi, costituisce il terminale della cavità. Prima dell’apertura, per cause naturali, di quest’ultimo tratto la grotta terminava su un altro sifone posto solamente un paio di metri ad una quota superiore. L’acqua raggiunge comunque il torrente Lusa-Ca’ Siepe nel tratto inesplorato tra il fondo dell’Inghiottitoio di Ca’ Siepe e il sifone della Risorgente del Rio Gambellaro.
Da segnalare la presenza di ghiri anche nelle zone più profonde della cavità.