Scoperta ed esplorata il 25 ottobre su indicazione del proprietario di Ca' Poggiolo; pare che durante la Resistenza sia servita da rifugio ai partigiani.
La breve cavità è una risorgente fossile, ora assolutamente asciutta ma che molto probabilmente in passato drenava le acque delle doline a monte di Ca' Poggiolo per poi riversarle, un centinaio di metri più in basso, nel Rio Basino.
La grotta chiude con il solito riempimento che avvicinandosi sempre di più alla volta impedisce il passaggio la lascia intravvedere la possibilità di proseguire (naturalmente è in corso un tentativo di disostruzione); due cunicoli laterali risultano invece assolutamente impercepibili date le loro anguste dimensioni.
G.A. Poggialini 1988
Con la scoperta avvenuta nel 2000 della grotta SEMPAL, alcuni componenti del GSA, ipotizzando una correlazione tra le due cavità, decidono di iniziare delle attività di disostruzione nella grotta dei Grilli.
Ma è nel periodo tra il 2016-2018 che le forze dei vecchi componenti del gruppo in compagnia di giovanissime leve riescono a svolgere numerose uscite di scavo superano nel luglio del 2017 la parte terminale fino ad allora nota, arrestandosi dopo pochi metri più avanti da un ulteriore riempimento argilloso.
Nella parte iniziale si notano nicchie che sembrano smartellate, in realtà come dimostrato dalla presenza di schegge la cavità è stata utilizzata in periodo post-bellico per brillare gli ordigni rinvenuti in zona.
Tale particolare, in maniera meno marcata, è visibile anche negli ingressi della grotta del Rio Gambellaro e Risorgente delle Banzole.