I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. Le cavità naturali e i geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si pụ avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.
A valle della formazione a Colombacci, emergente dalle argille plioceniche, affiora una balconata di gesso che allinea lungo l'asse di una faglia l'entrata della grotta, alcuni pozzi ostruiti, una vistosa dolina imbutiforme più in basso in direzione Nord-Ovest ed alcuni grossi pozzi a fondo piatto 60 m. più a valle nel successivo gradino tettonico.
La grotta è costituita da un risorgente fossile, o di troppo pieno, proveniente da sud, direzione Colombaia-Pilastrino, percorsa oggi da un rivo d'acqua, con apporti superficiali, troppo esiguo per le notevoli dimensioni e la regolarità del budello (larghezza 2 m, profondità oltre 2,5 m).
La grotta meandriforme è interrotta a monte da riempimenti naturali ed artificiali costituiti da graviclasti, argille, terreno agrario, ma anche sassi buttati dallo agricoltore in corrispondenza di frequenti camini comunicanti con la superficie ed emergenti in cespugli di rovi allineati lungo una vistosa depressione in direzione Colombaia.
L'asse di faglia Nord-Ovest/Sud-Est cattura la risorgente nel punto dove un piccolo crollo ha portato a giorno la cavità, innescando verso l'esterno un inghiottitoio e poco distante un pozzo (10 m).
Essa incanala l'acqua verso Nord-Est in un cunicolo sempre più angusto che da vadoso tende al freatico e subisce sovraalluvionamento, quasi ostruendosi dopo 30 m con clasti provenienti anche dalla formazione a Colombacci, arrotondati per fluitazione.
Nonostante il lavoro di disostruzione in condizioni proibitive, non è stata raggiunta la dolina distante circa 20 m.
Dal punto di cattura (entrata della grotta) si diparte verso Est un cunicolo ed alcuni piccoli pozzi ostruiti che verosimilmente, appena più a valle, alimentano di acque un grosso incontenibile smottamento nelle argille verso Nord-Ovest, quasi parallelo allo asse tettonico, interessante circa mq. 6000 di terreno.
L'agricoltore proprietario del podere ci ostacolava nel timore infondato che si aprissimo i pozzi comunicanti con la superficie; ciò nonostante ci sembra realizzabile con poca spesa, l'arresto ed il recupero dello smottamento, canalizzando le acque verso il prosieguo della cavità esplorata, il cui deflusso fuoriesce verosimilmente più a valle, nelle più controllate canalizzazioni a lato della strada.
G.A. Poggialini 1988
La cavità è una risorgente fossile importante essendo uno dei tasselli dell''idrologia sotteranea dell'areale presso Ca' Poggiolo (Grotte: ER-RA 389, ER-RA 388, ER-RA 844, ER-RA 675).