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I suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti sono molto profondi; non calcarei o molto scarsamente calcarei, neutri o debolmente alcalini ed a tessitura franca argillosa limosa nella parte superiore e da non calcarei a scarsamente calcarei, da neutri a moderatamente alcalini ed a tessitura argillosa limosa in quella inferiore.
Il substrato è presumibilmente costituito da alluvioni di varia granulometria e, più raramente, da argille e limi pliocenici.
I suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti sono nelle parti alte dei versanti dei paleoterrazzi e delle paleoconoidi poste a diretto contatto dei primi rilievi collinari. In queste terre la pendenza varia da 5 a 20%.
Sono frequenti le aziende agricole di piccole e medie dimensioni. L'uso agricolo del suolo è a vigneto e frutteto, con seminativo semplice subordinato; frequenti le aree residenziali.
(2010) fine, mixed, superactive, mesic Udertic Haplustepts
(2007) Vertic Cambisols (Eutric)
N° | OrizGen | LimSup | Spes | Arg | Sab | Schel | S.O. | CalcTot | CalcAtt | pH | Ksat | DensApp | Concentr | Conc | Qualità |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
cm | cm | % | % | % | % | % | % | cm/h | % | ||||||
1 | Ap | 0 | 50 | 38 | 5 | 0 | 1.8 | 0 | 0 | 7.5 | 0.01439 | 1.45 | noduli di ferro e manganese | 1 | media |
2 | Bw | 50 | 45 | 40 | 5 | 0 | 0.4 | 0 | 0 | 8.0 | 0.00303 | 1.5700000000000001 | noduli di ferro e manganese | 5 | media |
3 | Bss | 70 | 30 | 50 | 5 | 0 | 0.3 | 0 | 0 | 7.9 | 0.00092 | 1.54 | noduli di ferro e manganese | media | |
4 | Bkss | 100 | 42 | 5 | 0 | 0.3 | 4 | 2 | 8.0 | 0.00223 | 1.5700000000000001 | masse cementate di carbonato di calcio | 10 | bassa |
Parametro | Valore |
---|---|
Calcare attivo strato superficiale | da 0 a 1 % |
Calcare attivo entro 80 cm | da 0 a 1 % |
Capacità di scambio cationico nello strato superficiale | >10 meq/100g |
Salinità strato 0-50 cm | non salino (Ece < 2 dS/m) |
Salinità strato 50-100 cm | non salino (Ece < 2 dS/m) |
Sodicità entro 60 cm (ESP) | da 0 a 3 |
Sodicità entro 120 cm (ESP) | da 0 a 7 |
Disponibilità di ossigeno | moderata |
Rischio di incrostamento superficiale | da assente a moderato |
Fessurabilità | media |
Capacità in acqua disponibile | bassa (75-150 mm) |
Conducibilità idraulica satura (Ksat) maggiormente limitante entro 150 cm | da molto bassa (<0.0036 cm/h) a bassa (0,0036-0,036 cm/h) |
Profondità utile per le radici delle piante | elevata (100-150 cm) sopra strati compatti a forte componente argillosa |
Percorribilità | discreta , per l'elevato rischio di sprofondamento e slittamento con suolo bagnato |
Resistenza meccanica alle lavorazioni | elevata , a causa dell'estrema durezza degli aggregati allo stato secco |
Tempo di attesa per le lavorazioni | lungo |
Inondabilità | nessuna o rara (fino a 5 volte/100 anni) |
Capacità depurativa | da bassa a alta |
Capacità di accettazione piogge | bassa |
Gruppo Idrologico | D: potenziale scorrimento superficiale alto |
I suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti hanno caratteristiche fisiche condizionate dall'elevato contenuto di limo e dalla presenza notevole di argille intensamente pedogenizzate: sono soggetti a fessurazione nel periodo secco, sono debolmente strutturati (tendenza alla struttura massiva), sono molto adesivi e plastici e richiedono notevole tempestività nell'esecuzione delle lavorazioni, che devono essere effettuate in condizioni di umidità buone. Hanno caratteristiche chimiche (pH, C.S.C., saturazione in basi e contenuto in carbonati) equilibrate, tali da favorire i processi di assorbimento e scambio degli elementi della nutrizione. Non presentano eccessi di Sali solubili, di sodio o di altre sostanze potenzialmente dannose alle piante. I problemi idrologici principali di questi suoli sono: - il difficile sgrondo delle acque, legato alla bassa permeabilità del suolo, che si manifesta con presenza di ristagni profondi, in particolare sulla suola di lavorazione; - il rischio di ruscellamento superficiale delle acque meteoriche o di irrigazione, dovuto all'associazione di due caratteristiche: la pendenza delle superfici e la bassa infiltrabilità con terreno umido. Sono anche possibili processi erosivi per azione della gravità (movimenti di massa che in genere interessano gli strati superficiali: creeping o smottamenti localizzati).
I suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti sono interessati dalla contemporanea presenza di processi erosivi per azione dell'acqua a per azione della gravità (movimenti di massa che in genere interessano gli strati superficiali: creeping o smottamenti localizzati). Le attività agricole probabilmente possono influenzare la comparsa di movimenti di massa che interessano gli strati superficiali e i processi di erosione idrica per scorrimento superficiale. Qualora prevalgano i fenomeni franosi, le opere di sistemazione e regimazione delle acque dovrebbero essere finalizzate ad allontanare rapidamente le acque profonde mediante opere di drenaggio e a ridurre l'infiltrazione nel suolo di quelle superficiali; qualora prevalgano i processi di erosione idrica, a interrompere o rallentare lo scorrimento delle acque superficiali e a favorirne l'infiltrazione. In ogni caso è opportuno ridurre la lunghezza degli appezzamenti mediante l'apertura di fossi acquai obliqui o trasversali e di fossi e scoline permanenti. Per gli impianti di colture arboree sono generalmente adottabili le sistemazioni a rittochino. Gli sbancamenti e i livellamenti dovrebbero essere evitati o, comunque, eseguiti prestando attenzione a non asportare gli orizzonti biologicamente attivi e a non far affiorare gli orizzonti profondi, poco fertili sia dal punto di vista chimico che biologico.
In questi suoli risulta problematico trovare le condizioni ottimali per effettuare le lavorazioni principali. Se si lavora il suolo troppo bagnato si provoca la formazione di zolle che divengono compatte, dure e coesive allo stato secco, per la cui completa disgregazione sono necessari alcuni mesi; lavorando il suolo troppo secco si creano zolle di grandi dimensioni che si riescono a disgregare solo attraverso numerosi passaggi con organi che frantumano energicamente il terreno. Dopo la raccolta delle colture autunno-vernine in genere si riesce a lavorare il terreno in condizioni ottimali. In tal caso, comunemente, si adotta l'aratura a 40 cm (o a 50 cm per la bietola). La lavorazione a 2 strati (aratura a 30 cm + ripuntatura a 50 cm) può costituire, per questi suoli, un'efficace alternativa all'aratura tradizionale. Viceversa, dopo la raccolta delle colture a ciclo estivo, non sempre si incontrano condizioni ideali per le lavorazioni del terreno; in questi casi, piuttosto che intervenire con arature fuori tempera, è consigliabile effettuare una lavorazione leggera (ad esempio un'estirpatura) o la semina su sodo per le colture autunno-vernine, ed arare, se possibile, con terreno gelato per la semina di colture primaverili. Talvolta, a causa della presenza di crosta superficiale, può rendersi necessario agevolare l'emergenza delle piantine più sensibili intervenendo con rulli rompicrosta.
Non sono necessarie pratiche di correzione. A causa della scarsa fertilità fisica dell'orizzonte superficiale, risultano invece opportuni apporti di materiali organici, soprattutto ad elevato coefficiente isoumico, per il loro benefico effetto sulla struttura e sulla macroporosità, purché non vengano interrati a profondità in cui la frequenze di condizioni di carenza di ossigeno può alterare la normale decomposizione della materia organica, causando effetti sfavorevoli quali il peggioramento delle caratteristiche strutturali l'ulteriore abbassamento del potenziale di ossidoriduzione e la formazione di composti fitotossici. Gli elementi della fertilità possono assumere valori tendenzialmente bassi, cosicché le concimazioni rivestono un ruolo importante per assicurare buoni livelli produttivi. Non vi sono particolari limitazioni nella scelta dei concimi. Non vi sono particolari limitazioni nella scelta dei concimi. Nelle situazioni in cui si riscontrano valori di pH inferiori a 6,5 circa, tra i concimi fosfatici sono da preferire le fosforiti, le scorie Thomas e il fosfato triplo. Su questi suoli va evitata la distribuzione di liquami e di fanghi in condizioni di umidità elevata, a causa della bassa velocità di infiltrazione e dell'elevato rischio di scorrimento superficiale. A causa della moderata capacità protettiva di questi suoli nei confronti delle acque superficiali, è particolarmente importante frazionare gli apporti di liquami e fanghi e incorporarli rapidamente nel terreno.
La tecnica irrigua deve necessariamente considerare la bassa permeabilità e la pendenza di questi suoli. La tendenza alla instaurazione di fenomeni di erosione incanalata, anche con pendenze minime, consigliano di scegliere sistemi di adacquamento e portate che evitino il più possibile un effetto di ruscellamento sulla superficie del suolo. Sono di solito suoli a lento inumidimento, per i quali si consiglia di somministrare gli apporti idrici prima che sia raggiunto un elevato grado di essiccamento, con conseguente fessurazione del suolo. Risulta pertanto necessario utilizzare turni irrigui ravvicinati, con volumi di adacquamento ridotti, a partire da contenuti di umidità del suolo intorno al 40-50% dell'acqua disponibile.
Ad eccezione delle colture da organi sotterranei (quali bietola, patata o cipolla), che incontrano difficoltà nell'accrescimento degli organi ipogei a causa della compattezza, i suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti non presentano particolare limitazioni alla crescita e alla produzione delle principali colture erbacee. Limitazioni gestionali sono costituite dalla difficile praticabilità in condizioni di terreno umido e i ristretti tempi in cui il terreno è lavorabile, che suggeriscono di orientarsi verso varietà a ciclo medio o breve (ad esempio varietà di mais delle classi 500-600, di soia di classe 0-1). In tal modo si può evitare di raccogliere in periodi a rischio di piogge e si può avere un intervallo maggiore per la preparazione del suolo in funzione della coltura successiva. Su questi suoli si ottengono rese non elevate, a volte in parte compensate da buona qualità (peso specifico, grado zuccherino, grado alcolico). Presentano alcuni caratteri sfavorevoli alla crescita e produzione delle colture arboree in generale (fessurabilità) e altri (tessitura, disponibilità di ossigeno e reazione) maggiormente selettivi, verso i quali le diverse specie e i diversi portinnesti mostrano sensibilità differenziata.
I suoli MONTEFALCONE franco argilloso limosi, 5-20% pendenti presentano alcune limitazioni per la crescita delle principali specie forestali utilizzabili nella pianura Emiliano-Romagnola in quanto : - il suolo è bagnato per un breve periodo durante la stagione vegetativa delle piante ma abbastanza a lungo per limitare moderatamente la crescita di noce, ciliegio, frassino maggiore; - la tessitura da moderatamente fine a fine limita moderatamente la crescita di farnia, frassino maggiore e dei cloni di pioppo; - quando la tessitura è fine viene limitata severamente la crescita di noce, ciliegio, pino marittimo e pino domestico, rovere, sorbo domestico, tigli spp.. Questi suoli richiedono prudenza nella realizzazione di impianti di arboricoltura da legno a finalità produttiva mentre non sussistono limitazioni rilevanti per i boschi permanenti. I cloni consigliati sono: I-214, Triplo, San Martino, Boccalari, Gattoni e Neva (evitare l'utilizzo dei cloni Boccalari, Gattoni e Neva in zone dove la defogliazione primaverile si manifesta con una certa frequenza). Particolarmente importanti per la riuscita degli impianti risulta l'esecuzione di appropriati interventi agronomici .