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I suoli MONGIORGIO sono scarsamente pietrosi, profondi, a tessitura franco argillosa limosa o argillosa limosa, con scheletro ghiaoso da scarso a comune, molto calcarei, da moderatamente a fortemente alcalini.
Il substrato, costituito da rocce prevalentemente argillose intensamente deformate con stratificazione non definita (?Complesso caotico?) (marne, brecce, argilliti delle formazioni Argille a Palombini, Brecce argillose, Arenarie di Scabiazza) è presente entro i primi 100 cm di profondità.
I suoli MONGIORGIO sono presenti nel basso Appennino emiliano-romagnolo, situati prevalentemente nella parte mediana e bassa dei versanti ondulati dei rilievi interessati da movimenti di massa e da comuni fenomeni erosivi intensi (da versanti fortemente incisi fino ai calanchi).
In queste terre la pendenza è compresa tra il 15 ed il 60%.
L'uso attuale del suolo è a pascoli arborati e/o cespugliati spesso in stato di abbandono e incolti improduttivi; subordinatamente prati avvicendati e seminativi oppure vegetazione arboreo arbustiva.
(2010) fine, mixed, superactive, calcareous, mesic Vertic Ustorthents
(2007) Endoleptic Regosols (Calcaric)
N° | OrizGen | LimSup | Spes | Arg | Sab | Schel | S.O. | CalcTot | CalcAtt | pH | Ksat | DensApp | Concentr | Conc | Qualità |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
cm | cm | % | % | % | % | % | % | cm/h | % | ||||||
1 | A(p) | 0 | 40 | 38 | 10 | 1 | 2.1 | 19 | 5 | 8.0 | 0.00864 | 1.52 | masse cementate di carbonato di calcio | 0 | media |
2 | AC | 40 | 30 | 40 | 5 | 2 | 8.2 | masse non cementate di carbonato di calcio | media | ||||||
3 | C | 40 | 47 | 11 | 2 | 0.7 | 13 | 6 | 8.4 | masse non cementate di carbonato di calcio | 0 | bassa | |||
4 | Cr | 42 | 10 | 3 | media |
Parametro | Valore |
---|---|
Calcare attivo strato superficiale | da 4 a 8 % |
Calcare attivo entro 80 cm | da 3 a 7 % |
Capacità di scambio cationico nello strato superficiale | >10 meq/100g |
Salinità strato 0-50 cm | non salino (Ece < 2 dS/m) |
Salinità strato 50-100 cm | da non salino (Ece < 2 dS/m) a debolmente salino (Ece 4-8 dS/m) |
Sodicità entro 60 cm (ESP) | da 0 a 5 |
Disponibilità di ossigeno | moderata |
Rischio di incrostamento superficiale | assente |
Fessurabilità | media |
Capacità in acqua disponibile | moderata (150-225 mm) |
Profondità utile per le radici delle piante | moderatamente elevata (50-100 cm) |
Percorribilità | moderata |
Resistenza meccanica alle lavorazioni | elevata |
Tempo di attesa per le lavorazioni | medio |
Inondabilità | nessuna o rara (fino a 1-5 volte/100 anni) |
Rischio di perdite di suolo per erosione | molto alto |
Gruppo Idrologico | D: potenziale scorrimento superficiale alto |
A causa del rischio potenziale di perdita di suolo per erosione idrica alto o molto alto i suoli Mongiorgio richiedono interventi di sistemazione e/o indirizzi colturali conservativi (quali l'utilizzo a prato, a pascolo permanente o le rotazioni con ampia presenza di foraggere).
I suoli Mongiorgio sono interessati dalla contemporanea presenza di processi erosivi per azione dell'acqua a per azione della gravita' (movimenti di massa). Le attivita' agricole probabilmente hanno un'influenza limitata sull'insorgenza di movimenti franosi di notevoli dimensioni, in quanto difficilmente le acque superficiali possono raggiungere l'interfaccia con eventuali piani di scivolamento profondi. Possono invece influenzare la comparsa di movimenti di massa che interessano gli strati superficiali e i processi di erosione idrica per scorrimento superficiale. Qualora prevalgano i fenomeni franosi, le opere di sistemazione e regimazione delle acque dovrebbero essere finalizzate ad allontanare rapidamente le acque profonde mediante opere di drenaggio e a ridurre l'infiltrazione nel suolo di quelle superficiali; qualora prevalgano i processi di erosione idrica, a interrompere o rallentare lo scorrimento delle acque superficiali e a favorirne l'infiltrazione. In ogni caso e' opportuno ridurre la lunghezza degli appezzamenti mediante l'apertura di fossi acquai obliqui o trasversali e di fossi e scoline permanenti.
Allo scopo di migliorare le caratteristiche strutturali dell'orizzonte di superficie, sono da preferire le arature poco profonde e l'utilizzo di macchine con organi lavoranti che non frantumano il terreno (vangatrici, erpici, sarchiatrici). Ripetute fresature possono causare eccessiva disgregazione e polverizzazione del terreno, favorendo, in tal modo, l'erosione e la formazione di croste. Le lavorazioni con rivoltamento del terreno devono essere condotte prestando attenzione a non portare in superficie frammenti del substrato che puo' essere moderatamente salino, presente tipicamente a partire da 40 cm di profondita'.
I suoli Mongiorgio non presentano particolari limitazioni o vincoli nella scelta dei concimi azotati. Il pH elevato puo' favorire le perdite di azoto per volatilizzazione in caso di utilizzo di concimi contenenti azoto in forma ammoniacale. In questi suoli il fosforo puo' essere soggetto a fenomeni di immobilizzazione dovuti al contenuto in carbonato di calcio. Per tate motivo sono da preferire i perfosfati con prevalenza di fosfato monocalcico (perfosfato semplice, concentrato e triplo). Apporti di materia organica nel terreno migliorano la struttura ed aumentano la porosita' e la capacita' di ritenzione idrica diminuendo, nel contempo, i rischi di perdita di suolo. Nel caso di spandimento di liquami zootecnici, al fine di ridurre il rischio di perdita per ruscellamento, possono rivelarsi utili i seguenti accorgimenti: rottura dell'eventuale crosta superficiale, frazionamento degli apporti, interramento.
I suoli Mongiorgio non presentano importanti limitazioni alla produzione delle principali colture erbacee praticabili in collina. Le colture arboree (in particolare actinidia, ciliegio e pesco) incontrano invece importanti limitazioni a causa della disponibilita' d'ossigeno e della potenziale presenza di sali nel substrato a partire da 40 cm di profondita'. La disponibilita' termica puo' limitare fortemente, soprattutto alle quote maggiori, la produzione delle colture primaverili-estive, di quelle frutticole e della vite. La resa delle colture primaverili-estive e di quelle arboree e' inoltre dipendente dall'andamento meteorologico stagionale (soprattutto dalle precipitazioni).
I suoli Mongiorgio non presentano importanti limitazioni edafiche alla crescita delle principali specie forestali utilizzabili nell'arboricoltura da legno e negli impianti forestali permanenti, ad eccezione della Douglasia e del Ciliegio, la cui crescita e' limitata molto severamente a causa rispettivamente della reazione e della disponibilita' di ossigeno. Particolare attenzione deve essere posta, nel caso di impianti di Noce, al calcare attivo, in quanto nei suoli Mongiorgio questa qualita' puo' anche assumere valori limitanti. Le caratteristiche climatiche limitano fortemente, soprattutto alle quote minori, la crescita di Acero riccio Olmo montano, Ontano napoletano, Pino nero e Pino silvestre di provenienza alpina e, tra le specie adatte all'arboricoltura da legno, della Douglasia.