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I suoli dell'Emilia-Romagna

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Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA

Descrizione introduttiva

I suoli Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA sono molto profondi; sono da non calcarei a scarsamente calcarei, a tessitura argillosa limosa e da debolmente a moderatamente alcalini nella parte superiore e molto calcarei, a tessitura franco limosa o franca argillosa limosa e moderatamente alcalini nella parte inferiore. Il substrato è costituito da alluvioni a tessitura media.
I suoli Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA si trovano nella piana a copertura alluvionale, nell'ambiente delle valli alluvionali di recente bonifica antropica. In queste terre la pendenza varia dallo 0,01allo 0,1%. La densità di urbanizzazione è molto scarsa. L'uso del suolo è in prevalenza a seminativo semplice e colture orticole a pieno campo. L'utilizzazione agricola richiede il mantenimento di opere atte a regolare l'allontanamento delle acque in eccesso.

 

Classificazione Soil Taxonomy

(2010) fine silty, mixed, superactive, calcareous, mesic Fluvaquentic Endoaquepts

 

Classificazione WRB

(2007) Hypocalcic Endogleyic Calcisols (Siltic)

 

Profilo rappresentativo

 

Orizzonti genetici del suolo (valori modali)
OrizGen LimSup Spes Arg Sab Schel S.O. CalcTot CalcAtt pH Ksat DensApp Concentr Conc Qualità
cm cm % % % % % % cm/h %
1 Ap 0 50 50 5 0 2.2 5 7.8 0.00663 1.3999999999999999 0 bassa
2 2Bg 50 30 30 20 0 0.7 13 8.2 0.02003 1.5900000000000001 0 bassa
3 2Bkg 50 40 26 19 0 0.7 20 8.3 0.02756 1.6000000000000001 masse non cementate di carbonato di calcio bassa
4 2Cg o BCg 90 20 25 0 0.6 16 8.2 0.12384 1.52 masse cementate di carbonato di calcio bassa

 

 

Qualità specifiche
Parametro Valore
Calcare attivo strato superficiale da 0 a 2 %
Calcare attivo entro 80 cm da 0 a 2 %
Capacità di scambio cationico nello strato superficiale >10 meq/100g
Salinità strato 0-50 cm non salino (Ece < 2 dS/m)
Salinità strato 50-100 cm non salino (Ece < 2 dS/m)
Sodicità entro 60 cm (ESP) da 0 a 7
Sodicità entro 120 cm (ESP) da 0 a 7
Disponibilità di ossigeno imperfetta
Rischio di incrostamento superficiale assente
Fessurabilità forte
Capacità in acqua disponibile moderata (150-225 mm)
Conducibilità idraulica satura (Ksat) maggiormente limitante entro 150 cm molto bassa (<0.0036 cm/h)
Profondità utile per le radici delle piante moderatamente elevata (50-100 cm) per la presenza di orizzonti saturi in qualche periodo dell' anno.
Percorribilità moderata . L'elevato contenuto in argilla, quindi l'alto indice di plasticità, dell'orizzonte di superficie, condizionano fortemente la possibilità di accesso dei mezzi meccanici in condizioni di elevata umidità del suolo
Resistenza meccanica alle lavorazioni elevata
Tempo di attesa per le lavorazioni lungo
Inondabilità nessuna o rara (fino a 5 volte/100 anni)
Capacità depurativa alta
Capacità di accettazione piogge moderata
Rischio di perdite di suolo per erosione molto basso
Gruppo Idrologico D: potenziale scorrimento superficiale alto

 

Considerazioni sulla gestione

Qualità agronomiche

I suoli Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA hanno caratteristiche fisiche condizionate dall'elevato contenuto di argilla: essi sono molto adesivi e plastici e richiedono notevole tempestività nell'esecuzione delle lavorazioni, che devono essere effettuate in condizioni di umidità buone. L'elevato contenuto di argilla, d'altro canto, conferisce a questi suoli una buona fertilità naturale. Le difficoltà di drenaggio rendono necessaria l'adozione di una efficiente rete scolante per l'allontanamento delle acque in eccesso. Dal punto di vista del comportamento chimico, i suVariante a maggiore idromorfia dei suoli TESA sono caratterizzati da alta C.S.C., reazione da debolmente a moderatamente alcalina; a fronte di una buona disponibilità di alcuni elementi presenti in forma cationica (Ca, K), può verificarsi bassa disponibilità di molti microelementi (in particolare metallici), possono essere favoriti i processi di fissazione a carico del P e può forse manifestarsi carenza di Mg dovuta ad antagonismo con il Ca. Non presentano eccessi di sali solubili, di sodio o di altre sostanze potenzialmente dannose alle piante. Presentano in profondità orizzonti con caratteristiche chimiche sfavorevoli per elevato contenuto in carbonati.

 

Sistemazioni

A seconda della profondità a cui si incontrano gli strati a tessitura più grossolana (franca o franca limosa), possono essere utilizzate diverse tecniche di sistemazione e lavorazione. Se la profondità è superiore ai 50-60 cm possono essere necessari sistemi che facilitino l'eliminazione delle acque in eccesso anche con drenaggi tubolari e aratro talpa. Se la profondità è inferiore ai 40-50 cm sono in genere sufficienti sistemazioni con affossature (volumi di almeno 300 m3/ha ed interdistanza di 20-25 m) e baulature, che consentano comunque un rapido smaltimento delle acque.

 

Tecniche di lavorazione

In questi suoli risulta problematico trovare le condizioni ottimali per effettuare le lavorazioni principali. Se si lavora il suolo troppo bagnato si provoca la formazione di zolle che divengono compatte, dure e coesive allo stato secco, per la cui completa disgregazione sono necessari alcuni mesi; lavorando il suolo troppo secco si creano zolle di grandi dimensioni che si riescono a disgregare solo attraverso numerosi passaggi con organi che frantumano energicamente il terreno Dopo la raccolta delle colture autunno-vernine in genere si riesce a lavorare il terreno in condizioni ottimali. In tal caso, comunemente, si adotta l'aratura a 40 cm. La lavorazione a 2 strati (aratura a 30 cm + ripuntatura a 50 cm) può costituire, per questi suoli, un'efficace alternativa all'aratura tradizionale. Viceversa, dopo la raccolta delle colture a ciclo estivo, non sempre si incontrano condizioni ideali per le lavorazioni del terreno; in questi casi, piuttosto che intervenire con arature fuori tempera, è consigliabile effettuare una vangatura a 25-30 cm e permettere all'azione del gelo di disgregare le zolle. Nell'effettuare le lavorazioni profonde occorre inoltre tenere presente che subito sotto lo strato superficiale sono presenti orizzonti con caratteristiche contrastanti per granulometria più grossolana e maggiore contenuto in calcare

 

Fertilizzazione

In genere, per le colture normalmente praticabili su questi suoli non sono necessarie pratiche di correzione. A causa dell'elevato contenuto di argilla, risultano invece opportuni apporti di materiali organici, soprattutto ad elevato coefficiente isoumico, per il loro benefico effetto sulla struttura e sulla macroporosità, purché non vengano interrati a profondità in cui la frequenze di condizioni di carenza di ossigeno può alterare la normale decomposizione della materia organica, causando effetti sfavorevoli quali il peggioramento delle caratteristiche strutturali l'ulteriore abbassamento del potenziale di ossidoriduzione e la formazione di composti fitotossici. Non sono segnalate carenze o eccessi di macroelementi; in alcuni casi si riscontra una bassa dotazione di microelementi. In generale, questi suoli mostrano una buona risposta alle concimazioni azotate, in particolare nelle annate molto piovose, mentre non risentono, a causa della dotazione elevata, degli apporti potassici. La risposta alle concimazioni fosfatiche è variabile in funzione della dotazione iniziale, della coltura praticata e dell'andamento stagionale. Non vi sono particolari limitazioni nella scelta dei concimi. Tra quelli fosfatici sono preferibili il perfosfato minerale ed il triplo.

 

Tecniche di irrigazione

La tecnica irrigua deve necessariamente considerare la bassa permeabilità di questi suoli. Il metodo irriguo più diffuso è quello per aspersione. Sono sconsigliati turni irrigui molto lunghi, per evitare la formazione di crepacciature profonde, attraverso le quali potrebbero verificarsi consistenti perdite d'acqua per evaporazione e/o percolazione in profondità. Risulta pertanto opportuna l'adozione di turni irrigui ravvicinati, ad esempio, per il mais, dell'ordine dei 10-18 giorni e di volumi di adacquamento relativamente ridotti, a partire da contenuti di umidità del suolo intorno al 40-50% dell'acqua disponibile. E' opportuno effettuare periodici controlli sul grado di salinità delle acque impiegate. Anche negli impianti forestali (arboricoltura da legno e bosco permanente) possono essere necessarie irrigazioni di soccorso nei primi anni dopo la messa a dimora delle piante.

 

 

Indicazioni sulla scelta delle colture

Indicazioni per la scelta delle colture agrarie

I suoli Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA non presentano particolari limitazioni nella scelta delle colture erbacee. Le limitazioni gestionali principali sono costituite dalla difficile praticabilità in condizioni di terreno umido e i ristretti tempi in cui il terreno è lavorabile; queste limitazioni suggeriscono di orientarsi verso varietà a ciclo medio o breve (ad esempio varietà di mais delle classi 500-600, di soia di classe 0-1). In tal modo si può evitare di raccogliere in periodi a rischio di piogge e si può avere un intervallo maggiore per la preparazione del suolo in funzione della coltura successiva. Le principali limitazioni alla crescita delle colture arboree sono costituite dalla disponibilità di ossigeno, dalla fessurabilità, dalla profondità utile, dal calcare attivo.

 

Indicazioni per la scelta delle specie forestali

I suoli Variante a maggiore idromorfia dei suoli TESA presentano alcune limitazioni per la crescita delle principali specie forestali utilizzabili nella pianura emiliano-romagnola in quanto : - il suolo è bagnato per un breve periodo durante la stagione vegetativa delle piante ma abbastanza a lungo per limitare moderatamente la crescita di noce, ciliegio, frassino maggiore; - quando la tessitura è fine viene limitata severamente la crescita di noce, ciliegio, pino marittimo e pino domestico, rovere, sorbo domestico, tigli spp., e moderatamente la crescita di farnia, frassino maggiore e dei cloni di pioppo. Inoltre quando il calcare attivo entro 80 cm di profondità è >6-7 % i pioppi (cloni), noce e ciliegio sono limitati moderatamente. Questi suoli richiedono prudenza nella realizzazione di impianti di arboricoltura da legno a finalità produttiva mentre non sussistono limitazioni rilevanti per i boschi permanenti. I cloni consigliati sono: I-214, Triplo, San Martino, Boccalari, Gattoni e Neva (evitare l'utilizzo dei cloni Boccalari, Gattoni e Neva in zone dove la defogliazione primaverile si manifesta con una certa frequenza). Particolarmente importanti per la riuscita degli impianti risulta l'esecuzione di appropriati interventi agronomici .