Geologia, sismica e suoli

Sasso delle Streghe

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Sasso delle Cappe

Geosito di rilevanza locale

Affioramento di "calcare a Lucina pomum", dell'estensione di circa 400-500 m, all'interno della Formazione del Termina, rappresentanta uno dei migliori affioramenti, a livello mondiale, di chemioerme fossili, originato da comunità chemiosintetiche.

Geografia
  • Superficie totale: 17.47 ettari.
  • Quota altimetrica minima 234.7m. s.l.m., quota altimetrica massima 402.4m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

L'affioramento, dell'estensione di circa 400-500 m, è visibile nella sua interezza in panoramica sia dalla località Volpogno, raggiungibile dalla strada provinciale n° 20, svoltando a destra poco prima di giungere a Montebaranzone, sia dalle località le Prade (vedi scheda n° 44). Esso consiste di blocchi e pinnacoli rocciosi emergenti a tratti dal bosco e dal circostante paesaggio a morfologia dolce. L'affioramento passa verso sud-est a calanchi argillosi grigio-scuri, caratterizzati da sparsi ed abbondanti frammenti rocciosi. In particolare, esso è costituito da diverse litologie e membri appartenenti alla Formazione del Termina (Successione epiligure). Dal basso verso l'alto stratigraficamente è possibile distinguere: 1) livello calcareo-marnoso ricco in bivalvi (Serravalliano sup.); 2) peliti marnose con rari macrofossili (Serravalliano sup. - Tortoniano); 3) alternanze risedimentate arenaceo-pelitiche, (Tortoniano); 4) brecce argillose poligeniche (Membro di Montardone, Tortoniano). Le unità 1 - 3 passano lateralmente, con un contatto tettonico, alla 4. Le osservazioni di dettaglio possono essere effettuate raggiungendo la S.P. n° 3, per poi deviare in direzione di Rocca S. Maria; dopo aver percorso circa 800 m s'imbocca, sulla sinistra, una strada sterrata in direzione del T. Fossa. Circa 50 metri a valle della strada, sono osservabili diverse sporgenze rocciose e la successione descritta.

Il livello calcareo marnoso (1), in realtà smembrato in alcuni punti in lenti metriche e decametriche, ha uno spessore medio di circa 10-15 m, con valori massimi di circa 30 in corrispondenza del pinnacolo conosciuto col nome di "Sasso delle Streghe" o, nel secolo scorso, di "Sasso delle Cappe". L'estensione del livello calcareo raggiunge circa 400 m, lateralmente passa alle peliti marnose, mentre verso l'alto è generalmente troncato dai primi strati arenacei dell'unità (3). La litologia non è omogenea, variando sia lateralmente sia verticalmente; nella sezione del Sasso delle Streghe la successione inizia con 2,5 m di calcare marnoso grigio chiaro con piccoli clasti spigolosi calcilutitici e siltitici (di provenienza verosimilmente ligure) e ricco d'impronte di lucinidi. Seguono 6-7 m di calcari marnosi e calcareniti stratificate (concordanti con l'assetto delle circostanti peliti marnose) ricchi di gusci (spesso di notevole spessore) di lucinidi di varie dimensioni e con le valve generalmente articolate, 7-8 m, sempre di calcari marnosi talora laminati, e con rare intercalazioni pelitiche, con rari lucinidi, ma abbondanti altri macrofossili; l'affioramento termina con 9 - 10 metri, sempre degli stessi calcari marnosi, ricchi di modelli interni di lucinidi anche di grandi dimensioni, a valve sempre riunite e disposte in livelli subparalleli alla stratificazione. I lucinidi sono generalmente disposti in posizione di vita, con le valve verticali e la linea di cerniera rivolta verso l'alto.

I lucinidi, spesso di grandi dimensioni, appartengono ad una comunità oligotipica (notevole abbondanza d'individui associata a scarsa diversità specifica). Questa caratteristica, unitamente al fatto che i carbonati del sedimento sono impoveriti nell'isotopo 13C, porta ad interpretare tali comunità come chemiosintetiche ed il carbonato, d'origine metanogenica.

L'affioramento è situato nel fianco meridionale della sinclinale di Montebaranzone - Montardone, con la stratificazione che immerge verso nord-nordest. Tale località è stata, nel passato, considerata tipica della descrizione dell'unità informale chiamata "calcare a Lucina pomum" e rappresenta uno dei migliori affioramenti, a livello mondiale, di chemioerme fossili. In particolare il pinnacolo calcareo, dell'altezza di circa 30 m, rappresenta un importante esempio di morfoselezione; questo fatto, unitamente alla presenza di peculiari comunità chemiosintetiche che permettono di riconoscere una delle più estese chemioerme al mondo, porta all'urgente necessità di proteggere questo sito.

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Paleontologico - Sedimentologico;
Geotipi presenti: Calcari a Lucina - Chemioerma;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Synthetic Review and geological framework of the main lucinid deposits (Italy)." - CONTI S. [1997] International Field Workshop, Bologna and nearby Apennines, June 23-26 1997.
"Il Calcare a Lucina pomum della Successione Epiligure dell'Appennino modenese: stratigrafia, sedimentologia e dati geochimici." - CONTI S., GELMINI R., PONZANA L. & SIGHINOLFI G.P. [1996] Accad. Naz. Sci. Lett. Arti di Modena, Collana di Studi, 15 (1996) - Miscellanea Geologica, 105-139.
"Osservazioni preliminari sui calcari a Lucine dell'Appennino Settentrionale." - CONTI S., GELMINI R. & PONZANA L. [1994] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, 124 (1993), 35-56.
"Documentazione biostratigrafica sul Miocene delle sinclinali del Pigneto e di Montebaranzone (Appennino modenese)." - FIORONI C. & PANINI F. [1987] Mem. Soc. Geol. It., 39 (1987), 297-318.
"Note sul calcare a Lucina pomum Dod." - COPPI F. [1877] Boll. R. Comit. Geol. It., 8, 69-71.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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