Geologia, sismica e suoli

Piramide di Gaiato

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Geosito di rilevanza locale

Rilievo piramidale formato da calcareniti e arenarie della Formazione di Pantano, intensamente fratturata e faglia, tipicamente "appoggiate" sulle Unità Liguri. Si tratta quindi di un rilievo orginato dall'erosione selettiva, segnato da importanti frane.

La Piramide di Gaiato vista da sud.
La Piramide di Gaiato vista da sud.
La Piramide di Gaiato vista da sud.
Geografia
  • Superficie totale: 34.59 ettari.
  • Quota altimetrica minima 700m. s.l.m., quota altimetrica massima 915.5m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Il rilievo di Gaiato (m 926), dall'aspetto di gigantesca piramide, domina gran parte della media ed alta valle del Fiume Panaro, rappresentando una delle forme più caratteristiche di tutto l'Appennino modenese, proprio per la sua "visibilità"; sulla sommità sorgono i ruderi di una torre, unico resto di una rocca già esistente nel XII secolo, evidentemente, per la sua posizione dominante, ad una funzione strategica, di controllo della vallata sottostante.

La piramide di Gaiato è costituita dalla Formazione di Pantano, costituita da arenarie con cemento calcareo, stratificate in grosse bancate, e poggiante su formazioni prevalentemente argillitiche epiliguri e delle Unità Liguri (Argille varicolori di Cassio, Arenarie di Scabiazza, ecc.): si tratta, pertanto, di una forma d'erosione selettiva.

Tutt'intorno al rilievo sono estesamente diffuse grandi, tipiche frane che, con le loro continue riattivazioni, tendono ad accentuare questo processo di degradazione in massa dei versanti. Almeno tre grandi frane si distaccano radialmente dalla rupe di Gaiato, entro la quale sono impostati i coronamenti (distacchi di tipo rotazionale); il loro corpo, stretto ed allungato, si sviluppa, invece, entro i complessi argillosi di base ed è caratterizzato da movimento prevalente per colamento, almeno superficialmente. Il piede (o fronte) di queste frane raggiunge i sottostanti alvei dello Scoltenna e del Panaro; la lunghezza complessiva delle frane, che scendono dalla rupe di Gaiato, raggiunge quasi i 2 km. Si tratta di frane intermittenti, documentate a partire, almeno, dal XVII secolo e che sono riattivate durante le stagioni piovose. Questo modello di frana è assai tipico e frequente in tutto l'Appennino modenese ed emiliano in genere.

La Formazione di Pantano si presenta intensamente fratturata e fagliata; quasi tutte le discontinuità tettoniche costituiscono le superfici di svincolo per i movimenti franosi che interessano l'ammasso roccioso di Gaiato. Buone osservazioni ravvicinate della roccia si hanno raggiungendo la torre, facilmente raggiungibile mediante una sterrata che si stacca dalla strada asfaltata per Gaiato, nei pressi del nucleo abitato di Cantone.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Frana - Rilievo piramidale;
Interessi contestuali: Storico - Architettonico - Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Una frana in arenarie fratturate e in argille con inclusi litoidi: la frana di Gaiato nell'Appennino modenese." - TOSATTI G. [1982] Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, 113, 1-24.
"L'Appennino Modenese." - PANTANELLI D. & SANTI V. [1896] Ed. L. Cappelli, pp. 350, Rocca San Casciano. Ristampa 1996, Adelmo Iaccheri Editore, Pavullo nel Frignano.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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