Calanchi di Sabbiuno
![]() Geosito di rilevanza localeSpettacolari bacini calanchivi lungo il versante destro del Reno, dove formano la testata del rio i Rii; incidono le Argille Azzurre plioceniche, molto fossilifere, che rappresentano i depositi distali del bacino intrappenninico bolognese.
Geografia
Perimetro geosito e Carta geologica
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Descrizione
Tra le valli del Reno e del Savena è presente un ampio settore argilloso segnato da articolate erosioni calanchive in corrispondenza delle quali si ha l'opportunità di osservare un interessate spaccato geologico dei terreni del Pliocene intrappenninico. Le pendici calanchive del Rio dei Rii sono particolarmente spettacolari, interamente incise nelle argille azzurre plioceniche riccamente fossilifere, che raggiungono quasi i 500 m di spessore; qui è possibile osservare molti aspetti delle rocce argillose alle quali si deve la formazione delle morfologie calanchive. I processi erosivi che si instaurano, dovuti principalmente alla natura delle argille, si sono innescati anche per il dislivello esistente tra crinale e fondovalle, che determina la forte acclività del versante e la conseguente forza erosiva delle acque. L'ammollimento delle argille a contatto con l'acqua, che tutti possono osservare passeggiando dopo una pioggia, favorisce i processi erosivi ed il distacco delle colate di fango, che segnano il fondo delle numerose vallecole calanchive. Alla base del calanco si osserva un'area pianeggiante, ciò che resta di un lago artificiale costruito a metà degli anni '70 per favorire la colonizzazione dei pendii calanchivi da parte di piante pioniere, creando con il lago una zona stabile e ricca di umidita'. Le colate di argilla, che sul calanco si producono ad ogni stagione piovosa, lo hanno progressivamente colmato. Dalla sommità del crinale, dove si trova il monumento in memoria dei caduti partigiani, si ha un panorama a 360° sulle colline circostanti. Il monumento che sorge lungo il crinale e sulle pendici argillose sottostanti simboleggia e ricorda l'eccidio nazifascista compiuto nell'inverno 1944, quando tra il 14 e il 23 dicembre sul ciglio del calanco furono assassinati partigiani appartenenti a diverse formazioni. L'azione rimase pressoché sconosciuta sino all'aprile del 1945, quando sul fondo del bacino, inglobati tra gli smottamenti e le colate argillose, si cominciarono a rinvenire i corpi delle vittime; di queste a tutt'oggi 53 sono state identificate, 47 restano senza nome. Il monumento, la cui costruzione fu deliberata dal Quartiere Colli nel 1968, e che fu poi costruito nel 1973, è stato progettato per descrivere questi avvenimenti. Dalla casa colonica La Croce, dove i partigiani sostavano prima di venire uccisi, parte una lunga fila di massi arenacei, che rappresenta il percorso dei partigiani verso il calanco. Sui massi arenacei sono riportati i nomi dei partigiani per i quali fu possibile il riconoscimento. Il muro in cemento, su cui si trovavano delle mitragliatrici (oggi tolte perché continuo oggetto di furti), indica la zona dell'esecuzione. Le mitragliate sono rappresentate da un fascio di luci convergenti (purtroppo sempre soggette a sabotaggi e quindi sempre rotte). Dal ciglio del calanco il monumento prosegue verso il basso con un filo spinato dipinto di rosso (oggi quasi completamente ingoiato dall'argilla) che, rappresentando la caduta dei corpi, raggiunge una croce, il luogo dove si arrestava verosimilmente la caduta. Altre informazioni sul geosito
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Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Link utili
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Bibliografia
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