Importante struttura tettonica lungo la valle del Dolo, nota come anticlinale o finestra tettonica di Gova, nella quale affiorano arenarie torbiditiche ologomioceniche riferibili alle Arenarie di Monte Cervarola.
Gova - Foto Archivio Servizio Geologico
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Geografia
Superficie totale: 284.03 ettari.
Quota altimetrica minima 462.7m. s.l.m., quota altimetrica massima 806.5m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Importante struttura tettonica lungo la valle del Dolo, nota come anticlinale o finestra tettonica di Gova, nella quale affiorano arenarie torbiditiche ologomioceniche riferibili alle Arenarie del Cervarola, nelle quali corsi d'acqua hanno inciso tratti vallivi molto incassati.
Vengono distinte tre unità, a partire dal basso:
L'unità arenacea Cervarola cfr. denominata Arenarie di Gova, di età miocenica inferiore e media (Burdigaliano sup-Langhiano inf.);
un complesso intermedio marnoso che comprende forse scaglie di origine interna (tipo Modino) sia unità di origine esterna derivate dal margine sudoccidentale del bacino del Cervarola, riferite alla Marne di Civago e alle Argille di Fiumalbo;
le Unità liguridi rappresentate dal Flysch ad Elmintoidi di Monte Venere (tipo Caio) e dal suo complesso di base.
Lungo i versanti si osserva bene il passaggio tra le arenarie e le marne sovrastanti e, in prossimità del bellissimo ponte matildico a schiena d'asino sul Dolo, si osserva il contatto tra le arenarie e le marne di Civago.
Sul fronte della grande struttura si trova una sorgente di acque sulfuree note da moltissimo tempo (oggi ridotta a stillicidio).
A nord dell'area si trovano le fonti di Quara, già note nella metà del XV secolo, quando si hanno le prime notizie sullo sfruttamento delle acque di Bagni di Quara, presso la cui copiosa sorgente si era costituito persino uno "stabilimento" per iniziativa del feudatario Luigi da Dallo. Diversi sono i riferimenti alla sua conoscenza ed uso già in epoca romana (tanto che il borgo fu chiamato "Acquarium"): l'acqua era utilizzata per la cura di alcune malattie della pelle. Michele Savonarola, medico presso gli Este, la considerava efficace nelle malattie dello stomaco, in tutte le altre affezioni delle membra, stimolanti il sonno, l'appetito e dotate di azione lassativa. Venivano portate perfino in Francia e Spagna. Una relazione di Antonio Vallisneri riporta che anticamente esse erano chiamate "Balneum Aquarium"; anche il Ricci e Filippo Re ne sottolineano l'azione terapeutica. Il capitano Ottavio Ferrarini riporta nel disegno allegato al suo sopralluogo del 1970 l'indicazione di alcune vestigia di un antichissimo tempio. L'analisi chimica di tali acque ha evidenziato dati interessanti che permettono di definirle, in base alla legislazione vigente, come "ricche di Sali minerali, contenenti bicarbonato, clorurate, sodiche" (W. Baricchi, 1991, G. Sani, 1992).
Geotipi presenti: Anticlinale - Gola (Canyon) - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Architettonico [A breve distanza dal mulino di Cadignano, sul fiume Dolo, sorge un interessante ponte a schiena d'asino attribuibile al XVII-XVIII secolo, si tratta dell'unico esempio dell'Appennino reggiano.
Sulla sommità del ponte, al centro, è visibile una maestà ottocentesca in nicchia] - Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Geoturistico [la presenza di un sentiero attrezzato con vie ferrate e ponti sospesi ne fa un lugo di richiamo turistico molto importante nel contesto della vallata];
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
"La struttura della Finestra di Gazzano (Val Dolo, Appennino Reggiano-Modenese)." - CHICCHI S. & PLESI G. [1995] Accad. Naz. Sc., Scritti e Doc., 14,195-227.
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"Sedimentary and tectonic lineations as markers of regional deformation: an example from the Oligo-Miocene arenaceous flysch of the northern Apennines." - CHICCHI S. & PLESI G. [1991] Boll. Soc. Geol. It., 110, 601-616.
"Geometrie di un sovrascorrimento piegato: la struttura della finestra di Gova (Val Dolo - Appennino emiliano)." - Plesi G. [1989] Mem. Acc. Lunig. di Sc.,57-58 (1987/88),55-75.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.