Geologia, sismica e suoli

Dito di Samone

1204   

Geosito di rilevanza locale

Forma di erosione selettiva modellata nelle Arenarie di Anconella connessa ai differenti gradi di cementazione interni alla roccia, non è escluso che il modellamento finale sia dovuto anche all'opera dell'uomo.

Dito di Samone - foto G. Chiodini
Dito di Samone - foto G. Chiodini
Dito di Samone - foto G. Chiodini
Geografia
  • Superficie totale: 0.27 ettari.
  • Quota altimetrica minima 591.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 602m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Il Dito di Samone, in analogia ai vicini Sassi di Rocca Malatina, costituisce una caratteristica forma d'erosione selettiva, controllata dalla fratturazione dell'ammasso roccioso e dal maggior grado di cementazione della roccia rispetto a quella circostante; le arenarie quarzoso-feldspatiche che lo costituiscono appartengono al Membro delle Arenarie di Anconella (d'età oligocenica superiore), distinto all'interno della Formazione di Antognola, che è prevalentemente pelitica, appartenente alla Successione epiligure. Il Dito di Samone è inserito all'interno del Parco dei Sassi di Rocca Malatina.

Isolato e nascosto nel bosco, anche se immediatamente a lato della strada provinciale che da Zocca conduce al Ponte di Samone, si erge una strana forma rocciosa, comunemente conosciuta come il "Dito di Samone", una delle emergenze geomorfologiche più curiose dell'Appennino modenese e forse non altrettanto nota come i vicini Sassi di Rocca Malatina: lasciata l'automobile a lato della strada, dopo pochi passi nel bosco, improvvisamente ci si trova di fronte al "Dito" strapiombante nella valle e che domina in lontananza l'abitato di Samone. Si tratta di una forma cilindrica di circa 5 metri d'altezza che si eleva da un ammasso globoso basale, costituita da arenaria, identica per composizione a quella dei Sassi di Rocca Malatina. "Dito" per la definizione (pudica) della toponomastica "ufficiale", ma più sguaiate definizioni gergali lo attribuiscono ad una forma fallica: in tutti i modi, il Sasso costituisce l'oggetto di tante foto ricordo d'escursioni domenicali.

Definizioni a parte, la spiegazione scientifica del fenomeno è abbastanza semplice: come per gli altri "Sassi" dell'area di Guiglia, si tratta di una forma determinata dall'erosione selettiva, oltre che da processi d'alterazione d'alcuni minerali (carbonati del cemento e clasti allumosilicati) costituenti la roccia stessa. Resta il nucleo più consistente e meno alterabile, mentre le particelle circostanti sono allontanate per gravità e dilavamento. Nel caso del Dito di Samone, come del resto per il Ponte d'Ercole, la Pietra Tetta di Monzone, non è escluso che il modellamento finale sia dovuto anche all'opera dell'uomo, che proprio per la facile erodibilità della roccia avrebbe "ritoccato" via via nel tempo l'originaria forma naturale, dando luogo, quindi, ad una scultura di un collettivo di artisti ignoti. Questa, però, è solamente un'ipotesi non dimostrabile: conseguentemente ad un processo geologico naturale che determina queste forme, è anche possibile, quindi, che il Dito di Samone sia un vero e proprio lusus naturae, da visitare, fotografare ed accettare così com'è, senza porre tanti problemi sulla sua vera origine.

Purtroppo, non è semplice raggiungere il Dito per chi non è pratico del luogo: pur vicinissimo al tracciato stradale, esso è nascosto dalla vegetazione del bosco e manca qualsiasi cartello indicatore. Una sua visione d'insieme, anche se un po' distante, si ha dal campo sportivo di Samone.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Guglia - Morfoscultura;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
 Doppio click per avvicinare la mappa, click + sposta per muoverla
Geositi vicini
Bibliografia
"Schema introduttivo alla geologia delle Epiliguridi dell'Appennino modenese e delle aree limitrofe." - BETTELLI G., BONAZZI U., FAZZINI P. & PANINI F. [1989] Mem. Soc. Geol. It., 39, 215-244.
"La geologia del territorio di Guiglia e Zocca (Appennino modenese)." - BETTELLI G. & BONAZZI U. [1979] Mem. di Sc. Geol., Padova, 32, 24 pp.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.

 
 
 
Strumenti personali

Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271

Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it