Ampio rilievo costituito dalle alternanze calcareo manose del Flysch di Monte Venere. A ovest della sommità si estende un pianoro articolato in due depressioni orginate da DGPV, rivestito da depositi eolici. Lungo i fianchi del monte numerose le frane attive.
Geografia
Superficie totale: 94.08 ettari.
Quota altimetrica minima 950.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 1045m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Il Monte della Penna si erge isolato tra le valli del T. Scoltenna e del T. Vesale: la parte più elevata del rilievo è formata dal Flysch di Monte Venere (Cretaceo sup.), costituita da torbiditi calcareo-marnose, con intercalazioni di argille nerastre, che raggiunge uno spessore di circa 300 m. Tale successione poggia, attraverso un contatto di natura tettonica, sui terreni dell'unità ofiolitica, affioranti nella parte inferiore dei versanti, e formati prevalentemente da Argille a Palombini, entro le quali sono presenti masse ofiolitiche serpentinose.
I versanti di Monte della Penna sono interessati da imponenti fenomeni di decompressione laterale e da importanti deformazioni gravitative. Il Monte della Penna ci appare così oggi come 'segmentato' in più blocchi, 'allontanatisi' rispettivamente verso est (Valle del T. Vesale) e verso ovest (Valle del T. Scoltenna), che hanno determinato una struttura distensiva del tipo graben, con doppio fossato, separato da una parte centrale sollevata (horst).
Questo tipo di deformazione controlla le forme della sommità di Monte della Penna, caratterizzata da un ampio pianoro, dove il bosco ceduo si alterna al seminativo semplice, delimitato da una coppia di conche chiuse, entro le quali le acque, antecedentemente agli interventi di drenaggio, ristagnavano, formando specchi palustri, localmente denominati "I Fogni" o "I Fonni". Le due conche (o fossati) corrispondono alle trincee del graben doppio. La principale delle due conche, quella posta ad est, per la sua particolare ampiezza è stata recentemente adattata a campo (treppo) per il gioco della ruzzola, versione moderna di un antico passatempo dei pastori transumanti dell'Appennino centrale e settentrionale.
Alla presenza di questa imponente deformazione del Monte della Penna, si associa in questa area la presenza numerosi fenomeni franosi, talora documentati storicamente e tuttora soggetti a periodiche riattivazioni. Le frane coinvolgono sia il Flysch di Monte Venere, sia le unità argilloso ofiolitiche presenti alla base dei versanti; si tratta di scivolamenti lungo superfici rotazionali e rototraslative profonde, associate a colamenti superficiali. La quasi totalità di questi movimenti, compreso quello che 1939 distrusse parte dell'abitato di Acquaria, sul versante ovest di Monte della Penna, si sviluppa, quindi, dalla sommità del monte sino alla base dei versanti, raggiungendo l'alveo dei Torrenti Scoltenna e Vesale.
Il sito è raggiungibile in auto; se si proviene da sud, percorrendo la SP324 da Montecreto in direzione Roncoscaglia, e svoltando a sinistra sulla SP31, dopo un chilometro e mezzo si imbocca sulla destra via Gambara, che attraversa il geosito.
Geositi vicini
Bibliografia
"Alcuni esempi di deformazioni gravitative profonde di versante nell'Appennino settentrionale" - Cancelli A., Pellegrini M., Tosatti G. [1987] Mem. Soc. Geol. It., vol. 39, pp. 447-466.
"Le frane del bacino del Panaro." - GELMINI R. & PELLEGRINI M. [1969] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, 100, 112-149.
"Studi geografici sopra le frane in Italia" - Almagià R. [1907] L'Appennino Settentrionale ed il Pedeappennino Tosco-Romano, Vol. I, Parte Generale. Mem. Soc. Geogr. It., 13.
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