Geologia, sismica e suoli

Ofiolite di Vesale

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Geosito di rilevanza locale

Rilievo formato da brecce serpentinitiche minute, localmente pulverolente, percorse da vene di colore chiaro di carbonati e di quarzo, originate da intensa tettonizzazione, ben visibili in una cava di pietrisco, dove affiorano anche filoni di gabbro.

Geografia
  • Superficie totale: 3.71 ettari.
  • Quota altimetrica minima 564.4m. s.l.m., quota altimetrica massima 635.5m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

L'affioramento di Vesale forma un dosso facilmente osservabile per chi percorre la strada comunale che, dal fondo vallivo del T. Scoltenna conduce a Sestola; sul dosso è edificato l'abitato omonimo. Le rocce che lo costituiscono, ben visibili in corrispondenza della cava per pietrisco, sono brecce minute, localmente polverulente, composte da frammenti di serpentinite di colore verde con varia tonalità, percorse da vene di colore chiaro di carbonati e di quarzo, e da vene di materiale fibroso con aspetto sericeo, riferibile ad asbesto. L'intensa tettonizzazione e la profonda trasformazione della serpentinite di Vesale rendono la roccia poco coerente e quindi facilmente rimovibile mediante normali mezzi meccanici, come viene fatto nella cava attualmente operante, che sfrutta la serpentinite per ricavarne materiali lapidei alternativi. Localmente, sempre nell'area di cava, sono presenti brandelli di filoni di gabbro riconoscibili per la grana grossa e per la presenza, tra i componenti, di plagioclasio di colore bianco.

L'osservazione microscopica evidenzia che la serpentinizzazione ha condotto alla scomparsa dei minerali magmatici, in particolare di olivina e pirosseno rombico, mentre il pirosseno monoclino sopravvive in rarissimi relitti. La cristallizzazione del serpentino è accompagnata da magnetite di neoformazione, dispersa in minuti granuli o concentrata in vene microscopiche. Esistono differenti varietà di serpentino: prevale nettamente l'antigorite lamellare, che sostituisce l'olivina con la tipica tessitura a maglie, mentre il crisotilo fibroso si concentra in vene. Il serpentino che sostituisce i pirosseni conserva l'abito dei minerali magmatici (sostituzione pseudomorfa) e viene designato con il termine di bastite. Lo spinello di cromo, di colore bruno chiaro, manifesta fenomeni di avanzata sostituzione lungo i bordi e le fratture dei cristalli da parte di magnetite, fenomeno che si osserva nelle peridotiti che hanno subito una profonda trasformazione serpentinitica; nelle peridotiti che hanno subito una trasformazione meno intensa, lo spinello di cromo sopravvive pressoché inalterato.

Nella serpentinite di Vesale non sono presenti anfiboli kaersutitici e plagioclasio come accessori, ad indicare che probabilmente il materiale di mantello superiore che esse rappresentano aveva composizione diversa rispetto a quello campionato dalle masse di Varana, Sassomorello e Pompeano; in particolare era più refrattario e quindi idoneo a produrre, per fusione parziale, magmi basici simili a quelli dei fondi oceanici attuali (N-MORB). Sotto l'aspetto composizionale la serpentinite di Vesale è confrontabile con quella di Sasso del Corvo.

Successivamente alla serpentinizzazione, la massa di Vesale è stata sottoposta ad intensa deformazione meccanica, probabilmente in corrispondenza di una faglia della crosta tetidea, che ha condotto alla formazione della breccia caratteristica dell'affioramento. Con l'instaurarsi di condizioni distensive la breccia serpentinitica è stata permeata da soluzioni acquose che hanno depositato i carbonati e il quarzo in una fittissima rete di vene di varia dimensione, generando rocce note con il termine di oficalci; la produzione di oficalci è seguita, sempre sotto condizioni di rilassamento della massa, dalla formazione di una rete di vene non deformate di asbesto prima ricordate, che costituiscono un'altra caratteristica non comune nelle serpentiniti del modenese.

La messa in posto sul continente (obduzione) della serpentinite, avvenuta per chiusura del bacino della Tetide, ha condotto ad un successivo smembramento in grandi blocchi della breccia serpentinitica preesistente, il quale però non è stato accompagnato, se non in piccola misura, da cristallizzazione di serpentino e da formazione di oficalci.

La natura della roccia magmatica originaria (protolito) di mantello superiore sulla quale si è impostata la serpentinizzazione, deducibile dai rari relitti dei minerali magmatici, doveva essere lherzolitica. Essa era attraversata da rari filoni di pochi centimetri di spessore di roccia gabbrica, ora mal conservati e presenti come segmenti discontinui all'interno della serpentinite. La roccia gabbrica è riferibile più specificatamente ad una troctolite, essendo composta originariamente da plagioclasio e da olivina. Questi minerali, tuttavia, sono individuati solo per via indiretta, in quanto anche la troctolite è andata soggetta a fenomeni di trasformazione metamorfica, e i minerali magmatici sono stati sostituito da plagioclasio di composizione albitica e da serpentino a maglie e raro anfibolo di tipo tremolitico-actinolitico. I filoni descritti rappresentano il primo prodotto di consolidamento in condizioni profonde dei magmi basaltici che, originatisi per fusione parziale del mantello superiore, e risaliti verso la superficie, hanno dato origine alla crosta dell'oceano tetideo.

La serpentinite di Vesale, in conclusione, può essere considerata come un frammento di materiale di mantello superiore piuttosto refrattario che costituì la possibile sorgente per i magmi basaltici del modenese assimilabili a quelli dei fondi oceanici attuali (N-MORB); probabilmente i primi prodotti di consolidamento di questi magmi sono rappresentati dai filoni di gabbro smembrati contenuti nella braccia serpentinitica. La serpentinite, inoltre, registra eventi deformativi di intensità non usuale nelle peridotiti appenniniche, collegabile forse a faglie presenti nella crosta tetidea.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Petrografico - Geomorfologico;
Geotipi presenti: Cava - Breccia - Gabbro - Serpentinite - Forme da erosione selettiva;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
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Geositi vicini
Bibliografia
"Le ofioliti dell'Emilia Romagna: aspetti geologici e storici" - Bertacchini M., Bonacini P. [1993] Atti Soc. Nat. e Mat. Modena, 124, 57-94.
"Le ofioliti nelle province di Modena e Reggio Emilia." - BERTOLANI M. & CAPEDRI S. [1966] Atti Soc. Nat. e Mat. di Modena, 97, 121-170.
"Cenni geologici sulla regione collinosa fra il F. Secchia e il T. Tiepido (Prov. di Modena)" - Anelli M. [1935] AGIP, 1-75 (1933), Roma.
"Ricerche microscopiche e chimiche sulle serpentine dell'Appennino Modenese." - GALLITELLI P. [1930] Per. di Miner., 1, 173-192.
"Lettura sui serpentini della montagna modenese." - COSTA C. [1863] Mem. R. Acc. Sc. Lett. Arti di Modena, 5.
Avvertenze

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