Geologia, sismica e suoli

Depositi glaciali e gole del T. Ospitale

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Geosito di rilevanza locale

Vasta area morenica tra il Fosso Mirandola ed il Fosso Acquagrossa, nella conca di Ospitale, comprende nitidi cordoni e archi morenici. Commistione con un'antica e vasta frana, forse coeva ai depositi morenici, che scende dal crinale dei Balzoni.

Geografia
  • Superficie totale: 265.38 ettari.
  • Quota altimetrica minima 845.9m. s.l.m., quota altimetrica massima 1263.8m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

La vasta area morenica, che è una delle più caratteristiche dell'Appennino Settentrionale, ricopre la maggior parte della superficie compresa fra il Fosso Mirandola ed il Fosso Acquagrossa (dalla cui confluenza nasce il T. Ospitale), a partire dai 1275 m sin presso Ospitale. I depositi morenici, tuttavia, si confondono con quelli di un'antica, vasta frana, che in epoca imprecisata, ma forse coeva ai depositi morenici stessi, si staccò dal crinale appenninico dei Balzoni. Inoltre, nei pressi dell'abitato di Ospitale, l'area presenta abbondanti depositi glaciali ed alluvionali, in stretto rapporto fra loro; i secondi, infatti, derivano dall'erosione e dalla ridistribuzione delle coltri moreniche a monte degli stessi.

Sugli accumuli detritici si è sviluppata una rigogliosa vegetazione. Nelle depressioni di tali depositi, si rinviene una vegetazione di tipo palustre dovuta ai ristagni d'acqua. Un esteso cordone morenico con grandi massi si trova sulla sinistra del Fosso Acquagrossa, tra Franco e C. Palai (1050 m circa). Un vistoso arco morenico sorge a ovest di Capanna Tassoni.

La gola del T. Ospitale, come quelle limitrofe dei torrenti Leo e Fellicarolo, con la sua profonda incisione, che si sviluppa tra Ospitale e Fanano, mostra di aver avuto, dopo l'ultimo massimo glaciale, fasi di notevole attività erosiva, non giustificata dall'attuale portata del corso d'acqua, come è dimostrato dalla forma della valle notevolmente incisa nelle Arenarie di M. Cervarola (Miocene inf. ? medio), a luoghi con pareti sub-verticali. Lo smantellamento quasi totale dei depositi glaciali, il loro frequente rimaneggiamento e l'incisione delle soglie dei circhi, lungo il crinale appenninico, ne sono un'ulteriore conferma.

Questo sito geomorfologico, discretamente conservato, può essere considerato interessante secondo tutte le valenze. È un modello di evoluzione geomorfologica, un'esemplarità didattica, un supporto ecologico ed un esempio paleogeomorfologico, di interesse locale.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Depositi morenici - Paleofrana;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Il paesaggio fisico dell'Alto Appennino emiliano" - AA. VV. [1988] Grafis Edizioni.
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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