Ripiano orografico prativo alla destra idrografica del torrente Dardagna, interpretato come una morfologia relitta legata allo sviluppo di una lingua glaciale lungo la valle, rivestito da detriti morenici (spessore 30 m) forse in parte fluvio-glaciali.
Madonna dell'Acero - Foto Archivio Servizio Geologico
Madonna dell'Acero - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
Superficie totale: 6.61 ettari.
Quota altimetrica minima 1107.5m. s.l.m., quota altimetrica massima 1168.9m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Lungo il versante destro della valle del T. Dardagna, all'altezza di Madonna dell'Acero (tra la chiesa e il pianoro sotto Case Pasquali) si distingue un ripiano morfologico abbastanza esteso, rivestito da un discreto spessore detritico, potente anche una trentina di metri, derivante forse da depositi morenici o di frana, successivamente ridistribuiti e ripresi dal corso d'acqua, durante o subito dopo la fase di massima espansione glaciale.
Successivamente i depositi sono stati erosi dal T. Dardagna, che ha approfondito il suo letto di alcune decine di metri. Secondo Losacco (1982), il ripiano e i depositi morenici che rivestono quest'area testimoniano la presenza di una lingua glaciale che scendeva lungo la valle del Dardagna durante l'ultimo glaciale, alimentata dai circhi presenti alla testata valliva, con una lunghezza complessiva di 5 km, dove la fronte del ghiacciaio si spingeva sino a 1150 m slm, nei pressi di Madonna dell'Acero.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Interessi contestuali: Storico - Architettonico [Il santuario cinquecentesco di Madonna dell'Acero è un esempio molto pregevole e ottimamente conservato di architettura montana, all'interno si ammira il gruppo ligneo dei "Brunori"];
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico [Il sito di trova all'incrocio di diversi itinerari CAI interni al Parco Regionale del Corno alle Scale];
Tutela: già in atto;
Accessibilità: molto facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio bolognese
Bibliografia
"Il glacialismo quaternario al Corno alle Scale: aspetti naturalistico-ambientali e primi insediamenti umani." - AA. VV. [1996] Club Alpino Italiano. Edizioni Scientifiche. Tamari Arti Grafiche, Bologna.
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.