Geologia, sismica e suoli

Vulcanelli di sabbia presso Valbura

1650   

Monte Fumarolo, Monte Mandria

Geosito di rilevanza locale

Spettacolare affioramento con strutture da iniezione, in corrispondenza di una megatorbidite, denominate vulcanelli di sabbia, la cui origine è dovuta a fenomeni di iniezione di sabbia liquefatta attraverso strati pelitici; la presenza di queste strutture indica attività paleosismica.

Filoni e vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Filoni e vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Filoni e vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Dettaglio sui filoni - Foto Archivio Servizio Geologico
Dettaglio sui filoni - Foto Archivio Servizio Geologico
Dettaglio sui filoni - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia presso Valbura - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia presso Valbura - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia presso Valbura - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia attuali - Sisma 2012 - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia attuali - Sisma 2012 - Foto Archivio Servizio Geologico
Vulcanelli di sabbia attuali - Sisma 2012 - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
  • Superficie totale: 1 ettari.
  • Quota altimetrica minima 983.3m. s.l.m., quota altimetrica massima 1004.5m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Alle pendici sud-orientali della dorsale M. Mandria-M. Fumarolo (testata del fosso Giumella), lungo la strada forestale Valbura, si osserva uno spettacolare affioramento dove, tra gli strati della Formazione Marnoso-Arenacea (Membro di Collina), è possibile riconoscere le peculiari strutture da iniezione chiamate "vulcanelli di sabbia". Il loro riconoscimento non è immediato, ma osservando con attenzione l'affioramento che affianca la strada si nota bene come dal tetto di un potente strato arenaceo (una megatorbidite) si stacchino diversi "filoni" verticali, formati anch'essi da arenaria, che attraversano il soprastante strato (livello e della sequenza di Bouma). Verso l'alto questi filoni possono assottigliarsi sino a scomparire, oppure si allargano orizzontalmente, originando forme coniche, larghe e schiacciate dette, per il meccanismo che li ha generati, "vulcanelli". Dopo la sedimentazione di uno strato torbiditico, dalla profondità di oltre un metro, la sabbia è stata indotta a risalire attraverso il livello argilloso soprastante, già parzialmente indurito da una precoce diagenesi, in qualche caso raggiungendo il fondale marino. Qui avveniva l'effusione di sabbia liquefatta, con la formazione piccole strutture coniche simili a piccoli vulcani, successivamente ricoperte dall'argilla che decantava lentamente sul fondale marino tra l'arrivo di una torbida e l'altro (emipelagite), che ne ha garantito la fossilizzazione. Molto probabilmente queste iniezioni di sabbia liquefatta si sono innescate durante forti terremoti, la loro presenza indica perciò una attività sismica coeva alla sedimentazione.

L'origine di questi vulcanelli sarebbe quindi la stessa delle emissioni di sabbia liquefatta che hanno raggiunto la superficie durante il sisma che nel 2012 ha colpito la pianura emiliana, l'unica differenza è che nel caso fossile la sabbia si espandeva sul fondale marino, dove le struttura coniche si sono conservate grazie allo strato argilloso che le ha sigillate, preservandole dalla distruzione.

Lungo l'affioramento si osserva anche lo strato guida chiamato Colombina del Cucco. Si tratta di una torbidite calcarea sedimentatasi nel Serravaliano inferiore, la cui parte arenacea è spessa 5 cm mentre quella argillosa circa 0.6 m, mentre le controimpronte di fondo indicano che la paleocorrente che l'ha deposta proveniva da SE. Negli affioramenti a valle della strada forestale è segnato il passaggio tra il Membro di Galeata e il Membro di Collina della Formazione Marnoso-Arenacea, e si osservano gli strati guida denominati Colombina di Imolibordi, Strato di Sommolibordi, Colombina di Montellero.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Sedimentologico - Stratigrafico;
Geotipi presenti: Vulcanelli di sabbia - Strato giuida - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Paesaggistico [Affioramento in risalto nel paesaggio];
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: molto facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"The structure of the high romagna Appennines. 1° European congress on regional geological cartography and information system - Post Cngress field trip." - Martelli L., Ricci Lucchi F. [1994]
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"Excursion Guidebook" - Ricci Lucchi F. [1981] 2° European Regional Meeting, 1981, Bologna.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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