Voragine di Montezago, Calanchi dei rii Stramonte e CarbonaroGeosito di rilevanza regionaleAffioramenti calanchivi molto fossiliferi in rocce argillose e sabbiose del Pliocene medio-superiore, tra la valle dei torrenti Chero e Chiavenna. Numerosi i ritrovamenti, storici e recenti, eccezionalmente conservati, di cetacei fossili.
Geografia
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Lungo la boscosa vallecola del rio Carbonaro, sul fianco destro della val Chero, si trovano affioramenti fossiliferi in calanchi, che si fronteggiano ai due lati del corso d'acqua, dove si osservano argille sabbiose piacenziane ricchissime di resti fossili, che documentano ambienti di mare basso prossimi alla costa. Nella primavera del 1983 gli affioramenti lungo il versante destro hanno restituito un bellissimo cranio di balenottera della sottospecie pliocenica Balenottera acutirostrata cuvieri. Il cranio, lungo più di due metri, è ben conservato e praticamente completo; oggi lo si può ammirare nella sala dedicata ai cetacei nel Museo di Castell'Arquato. I calanchi del versante sinistro, di estensione più limitata, vengono usati dalle classi come aula verde. Nei calanchi del rio Stramonte, a sud della località Diolo, segnati da alte creste e profondi solchi che interrompono la copertura boschiva, le morfologie erosive mettono in luce argille sabbiose e arenarie piacenziane, con ricche associazioni fossili. Diversi sono stati i cetacei trovati nella valle del rio Stramonte, tra cui uno scheletro quasi completo del delfinide Tursiops capellinii, scoperto dai fratelli Pallastrelli nel 1895, e varie ossa di una nuova specie di cetaceo, Balena paronai, rinvenute nel 1899 (entrambi i reperti si trovano nel Museo Paleontologico Parmense). La voragine nei pressi di Osteria di Montezago, dalla stretta forma ad anfiteatro e circondata dalla vegetazione, rivela a sorpresa la sua impressionante profondità. Forma la testata della valle del rio della Costa ed compresa nel perimetro della IV stazione della Riserva Geologica del Piacenziano. I versanti a strapiombo si articolano in ripide creste e guglie acuminate di grande suggestione e custodiscono uno dei siti paleontologici storicamente più significativi della riserva. Vi affiorano arenarie piacenziane di colore giallo chiaro. Tra il 1815 e il 1816 l'infaticabile Giuseppe Cortesi ritrovò presso la voragine i resti di un individuo attribuito al genere Megaptera e uno scheletro di Balenoptera acutirostrata cuvierii. Dalla sommità della parete periodicamente si staccano grosse porzioni rocciose che, travolgendo le piante sottostanti, si accumulano formando scomposte falde detritiche che poi la vegetazione tende lentamente a ricoprire. Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Paleontologico - Geomorfologico - Stratigrafico;
Geotipi presenti: Cetacei fossili - Molluschi bivalvi - Molluschi gasteropodi - Molluschi scafopodi - Calanchi - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
Geositi vicini
Link utili
Museo geologico di Castell'Arquato (https://www.museogeologico.it/)
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone. La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità. |