Tratto di crinale dove affiorano le arenarie del Macigno, alle testate dei torrenti Parma e Cedra, segnato da numerose tracce del modellamento glaciale a cui si interpongono dorsali arcuate e asimmetriche che seguono la giacitura degli strati.
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Sillara - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 1 - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 1 - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 2 - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 2 - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 3 - Foto Archivio Servizio Geologico
Le sorgenti di Fontana del Vescovo - Stop 3 - Foto Archivio Servizio Geologico
I Lagoni
I Lagoni
Laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
Laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
La soglia rocciosa dei laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
La soglia rocciosa dei laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
Marmitte glaciali sulla soglia dei laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
Marmitte glaciali sulla soglia dei laghi Gemini, circo glaciale di Monte Matto
Geografia
Superficie totale: 1052.88 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Tratto di crinale lungo cui affiorano le arenarie del Macigno con giacitura mediamente a franapoggio, alle testate dei torrenti Parma e Cadra, lungo il quale sono conservate numerose tracce del modellamento glaciale avvenuto nell'ultimo periodo di raffreddamento climatico (tra 70.000 e 10.000 anni fa circa). Le morfologie che segnano i versanti sono in realtà diverse e composite, e comprendono, tra i circhi glaciali e le morene, alcuni interessanti dorsali arcuate e rilievi isolati dalla forma asimmetrica, tipo cuesta, che rispecchiano sempre la giacitura degli strati (Monte Scala, Rocca Pumacciolo, Monte Pumacciolaccio, Rocca Pianaccia, Monte Torricella).
A nord del Monte Matto, i due ampi specchi d'acqua, indicati anche come laghi Gemi inferiore e superiore, sono separati da una ridotta soglia rocciosa. Gli estesi affioramenti che ne fiancheggiano le sponde, che corrispondono alle superfici di strati molto inclinati, conservano i segni del movimento dell'antico ghiacciaio nella forma montonata e nelle più rare striature lasciate dal trascinamento dei ciottoli trasportati sul fondo del ghiacciaio. Lungo la parte alta del circo glaciale notevole la corrispondenza pendio-superfici di strato, e il bellissimo pennacchio di monte Pumacciolaccio.
Tra Monte Sillara e Monte Losanna si approfondisce un circo glaciale aperto verso nord, alla cui base si trovano due grandi specchi d'acqua denominati Lago Sillara, tra loro separati da una lingua di terra, sbarrati da evidenti collinette moreniche. Tra il Monte Losanna e il Monte Bragalata si individua un circo glaciale si apre in direzione NW, con morfologie caratteristiche, chiuso verso nord del financo destro della vallecola del rio Grotta, ripido e roccioso, segnato dalle testate degli strati arenacei. Sul fondo di questo circo si trovano i Laghi Grotta, specchi lacustri in avanzata fase di trasformazione in torbiera, e alcuni relitti lacustri completamente interrati. Nei due circhi Le Coltri i dopositi morenici formano dossi scomposti e talora sgraziati o tozzi, sono però molto discontinui, intaccate dall'erosione, giustapposti a detriti di altra natura (depositi di versante, falde di detrito).
Tra Monte Torricella e Monte Bragalata si osservano due profondi circhi glaciali tipicamente segnati da una morfologia tipo "poltrona con braccioli", al cui fondo si trovano i laghi Verde e Ballano, collegati tra loro da condotte sotterranee e chiusi a valle da imponenti sbarramenti artificiali. Il Ballano è uno dei più estesi e profondi specchi d'acqua del crinale pramense; a monte della sua sponda orientale spiccano tra la faggeta i nuclei verdi scuri di abete bianco. Il lago Verde occupa una suggestiva ampia conca dominata dal versante occidentale del monte Torricella.
Si segnala la presenza di numerose sorgenti caratterizzate da un basso contenuto in Sali minerali (Very low alkalinity springs).
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Una tipica sorgente reocrenica di montagna emerge non lontana dallo spartiacque, nella zona del Monte Matto. In questa tipologia di sorgente, la velocità di corrente è uno dei fattori ecologici più rilevanti, che si ripercuote, per esempio, sulle comunità di cianobatteri, presenti con colonie e colorazioni visibili di specie reofile (= amanti della corrente) e di specie in grado di sopportare il disseccamento periodico. Le associazioni di diatomee, accanto a elementi tipici di sorgenti di montagna, includono due specie che si sono rivelate nuove per la scienza e che appartengono ai generi Amphora e Navicula. Tra le briofite spiccano elementi caratteristici delle sorgenti con acque a medio-bassa conducibilità, come ad esempio Palustriella falcata, Dichodontium pellucidum e Racomitrium aciculare. Qui è stata anche rinvenuta una specie di lichene acquatico mai prima segnalata in Emilia-Romagna: Verrucaria elaeomelaena, comune in sorgenti carbonatiche delle Alpi con buona qualità ambientale.
L'allegato "Itinerario alla scoperta delle sorgenti" propone un possibile itinerario escursionistico che dal Rifugio Lagoni, passando per il Lago Scuro, porta alle sorgenti della Fontana del Vescovo (stop1; stop2; stop3). Il tempo stimato per percorrere l'itinerario è di circa 4 ore (escluse le soste).
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.