Area di affioramento di masse ofiolitiche di diverse dimensioni, costituite in prevalenza da basalti a cuscini e da basalti brecciati, all'interno dell'unità caotica delle Brecce Ofiolitiche, tra le Argille a Palombini e le Argille Varicolori di Cassio.
Campotrera - Foto Archivio Servizio Geologico
Campotrera - Foto Archivio Servizio Geologico
Campotrera - Foto Archivio Servizio Geologico
Campotrera - Foto Archivio Servizio Geologico
Guardiola - Foto Archivio Servizio Geologico
Guardiola - Foto Archivio Servizio Geologico
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupi ofiolitiche di Campotrera, Rossena e Rossenella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Geografia
Superficie totale: 71.16 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Il Monte Campotrera (446 m) è un rilievo ofiolitico dalla forma singolarmente ampia e tozza e dal profilo spiccatamente asimmetrico, che si raccorda con dolcezza al crinale compreso tra la valli dei rii Cerezzola e Vico, entrambi affluenti in destra dell'Enza, quasi a formarne un largo promontorio affacciato su quest'ultima valle. Il monte, visto dal fondovalle del Cerezzola e dall'omonimo paese, si presenta invece come un alto e disarticolato contrafforte, la cosiddetta Rupe, per lo più esposto a meridione, formato da aspre e denudate pareti rocciose. Il nitido contrasto nei profili e nelle forme tra la rupe e i pendii circostanti, rimarcato dalle differenti coperture vegetali, segna i confini geologici tra le rocce ofiolitiche e quelle prevalentemente argillose, queste ultime riconoscibili nei bacini calanchivi e nei movimenti franosi che si estendono ai piedi del rilievo. Il monte è quasi interamente formato da lave basaltiche, derivate da magmi provenienti dalle profondità del mantello terrestre, eruttate nel giurassico superiore, circa 150 milioni di anni fa, da apparati vulcanici estesi sul fondo dell'Oceano Ligure-Piemontese. Le lave che si osservano a Campotrera, ma anche alle pendici delle vicine rupi di Rossena e Rossenella, presentano una struttura assai ben riconoscibile e tipica, detta"a cuscini" (pillows lavas nella letteratura anglosassone), che deriva dal rapido raffreddamento subacqueo del magma, che a contatto con l'acqua marina solidifica molto rapidamente, formando masse sferoidali che rotolano lungo i pendii accumulandosi al loro piede. Tra gli scuri affioramenti della "rupe", poco sotto la cima del Monte Campotrera, si distingue bene, anche a distanza, un singolare affioramento roccioso dal colore decisamente più chiaro rispetto ai basalti circostanti. In quest'area si estende infatti un piccolo lembo di granito, una delle più affascinanti e rare rocce che si possano trovare associate alle ofioliti appenniniche.
Nei basalti di Campotrera, ma anche in quelli di Rossena e Rossenella, queste mineralizzazioni si sono formate durante il raffreddamento e la solidificazione della lava, in seguito a trasformazioni chimico-meneralogiche indotte dalla circolazione di fluidi acquosi caldi, aventi temperature di almeno 300-400° C. Nei tragitti che le acque marine compiono permeando la roccia ancora incandescente, si possono originare condizioni di pressione elevata, per le quali l'acqua si mantiene allo stato liquido anche sopra ai 100 ° C (fino a quasi 375° C), acquisendo un notevole potere solvente verso i minerali con cui viene a contatto. Le soluzioni acquose calde, dette idrotermali, sono così in grado di estrarre dalla massa rocciosa alcuni elementi, causando nei basalti un debole processo metamorfico chiamato "spilitizzazione", che procede fondamentalmente attraverso la cessione da parte dei minerali (in particolare i plagioclasi) del calcio, e la sua sostituzione, nei reticoli cristallini, con il sodio (Na++) derivato dall'acqua di mare. Nelle soluzioni idrotermali il calcio così mobilitato è reso disponibile per la formazione di nuovi minerali, che tendono ad accrescersi quando temperatura e pressione divengono più basse, tappezzando le fessure e le piccole cavità che si aprono nella roccia in seguito alla contrazione.
A Campotrera l'ammasso basaltico è accompagnato da un modesto affioramento di granito a feldspati biancastri, fortemente cataclasato, di probabile età permiana come si verifica in molti altri affioramenti associati alle ofioliti dell'Appennino.
L'interpretazione del significato di queste ofioliti non è univoca in letteratura; infatti alcuni autori considerano le ofioliti di Rossena, qui inglobate prevalentemente in argille varicolori, come facenti parte dei complessi di base del Flysch di Monte Cassio; altri autori invece considerano queste ofioliti come facenti parte di una unità ofiolitica a se stante, non legata da rapporti stratigrafici al Flysch di Monte Cassio.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Sui basalti di Rossena sono state condotte analisi petrografiche e geochimiche che hanno consentito di verificare che essi rientrano nei Normal-MORB ed hanno subito un processo di metamorfismo oceanico; oltre ad essere spilitizzati, nei pillow sono presenti mineralizzazioni interessanti con presenza di datolite, prehenite e calcite spatica di genesi idrotermale. I pillow, di diametro variabile da qualche decimetro al metro sono frequentemente separati da una frazione clastica vetrosa (ialoclastite) e presentano occasionalmente piccole varioliti sulla superficie esterna.
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio reggiano.
Bibliografia
"I Minerali delle ofioliti di Campotrera e Rossena." - AA.VV. [2002] SOCIETA' REGGIANA DI SCIENZE NATURALI - a cura del Comune di Canossa, pp. 20 .
"Le Ofioliti dell'Appennino emiliano" - AA. VV. [1993] Regione Emilia Romagna.
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"I dintorni di Rossena." - ANELLI M. [1922] Boll.Soc.Geol.It.,41, 17-29.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.