Geologia, sismica e suoli

Lo Spungone tra Torre di Ceparano e torrente Samoggia

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Geosito di rilevanza regionale - area carsica

Area di affioramento di una successione di corpi lenticolari calcarenitico-organogeni del Pliocene medio, detti localmente Spungone per l'aspetto spugnoso, in corrispondenza dei quali le valli sono attraversate da sottili contrafforti e da piccole rupi.

Ceparano - Foto Archivio Servizio Geologico
Ceparano - Foto Archivio Servizio Geologico
Ceparano - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Torre e Monte Castellaccio - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Torre e Monte Castellaccio - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Torre e Monte Castellaccio - Foto Archivio Servizio Geologico
Spungone del torrente Samoggia - Foto Archivio Servizio Geologico
Spungone del torrente Samoggia - Foto Archivio Servizio Geologico
Spungone del torrente Samoggia - Foto Archivio Servizio Geologico
Lo Spungone del T. Samoggia - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Lo Spungone del T. Samoggia - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Lo Spungone del T. Samoggia - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Castellaccio - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Geografia
  • Superficie totale: 648.78 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Successione di corpi lenticolari calcarenitici e organogeni del Pliocene medio, detti localmente Spungone per l'aspetto spugnoso, in corrispondenza dei quali le valli sono attraversate da sottili contrafforti e da piccole rupi. Notevole risalto ha il contrafforte roccioso tra le valli del T. Marzeno e il rio Albonello, lungo il quale affiora lo Spungone; di questo si apprezzano due spessi baconi separati da una fascia di vegetazione. Nei sottostanti bacini calanchivi si osservano interessanti passaggi stratigrafici interni alle Argille Azzurre e tra queste e la sottostante Formazione Marnoso Arencea. Lungo l'affioramento dello spungone si aprono diverse cavità naurali, tutte a sviluppo ridotto.

Tra le valli del rio Albonello e del torrente Samoggia si osservano invece estesi e spettacolari affioramenti calanchivi culminanti nel contrafforte roccioso dello Spungone (litofacies di Castrocaro). Nello spaccato che si osserva tra il fondovalle dell'Albonello e il crinale di Monte Torre-Monte Castellaccio (bacini calanchivi del rio Torre e rio delle Mene) si osservano i passaggi stratigrafici tra la Formazione Marnoso Arenacea e la Formazione delle Argille Azzurre e quelli tra le diverse sottounità in cui le formazioni sono state suddivise. Il tratto del rio Albonello che attraversa lo Spungone è profondamente incassato e segnato da una cascata alta una decina di metri.

Lungo l'affioramento dello spungone si aprono due cavità naturali, a sviluppo ridotto. Nella parete sottostante la cima del Monte Castellaccio si trovano diverse piccole cavità, in parte artificiali.

L'affioramento di Spungone prosegue lungo i versanti della valle del torrente Samoggia, segnato dallo sviluppo di un caratteristico contrafforte roccioso, trasversale all'asse vallivo. Lungo i versanti a monte della parete, lo Spungone affiora in diversi lembi intercalati alle Argille Azzurre.

Lo "Spungone" è formato da un pacco di corpi lenticolari composti da calcari organogeni, calcareniti e arenarie bioclastiche, porosi, talora vacuolari, distribuiti con una notevole variabilità laterale e verticale. La stratificazione è in genere incrociata a piccola e media scala, talora a basso angolo. La potenza varia da 10 a 60 m. Lo Spungone risulta in buona parte costituito da briozoi, da una ricca paleoflora algale a scheletro calcareo (Rodophycee), nonché da Lamellibranchi spesso in forma di bioclasti. Lo studio di tali associazioni nelle aree in cui si sono meglio conservate (dintorni di M.Casale, M.Maggio, Bertinoro) permette di attribuire, sia pure genericamente, l'unità al Pliocene medio.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Sedimentologico - Geomorfologico - Carsico ipogeo;
Geotipi presenti: Calanchi - Cavità naturale - Rupe - Passaggio stratigrafico - Contrafforte - Successione stratigrafica - Strutture sedimentarie - Cavità artificiale;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Stili deformativi ed evoluzione tettonica della Successione Neogenica Romagnola." - CAPOZZI R., LANDUZZI A., NEGRI A. & VAI G.B. [1991] Studi Geol.Cam., Vol. Spec. (1991/1): 261-278, Camerino.
"I Briozoi dello Spungone nei terreni pliocenici della Romagna." - POLUZZI A., CAPOZZI R., VENTURINI M. & GIORDANI G. [1988] Acta Naturalia Ateneo Parmense (I Briozoi come indicatori ambientali), 24 (1): 19-82.
"Lo "Spungone" del Pliocene romagnolo. In CREMONINI G. & RICCI LUCCHI F. (eds): Guida alla Geologia del margine appenninico-padano ()" - CREMONINI G., D'ONOFRIO S., FRANCAVILLA F., MARABINI S., RICCI LUCCHI F. & RUGGIERI G. [1982] Soc. Geol. It., Guide Geologiche Regionali: 171-176, Bologna.
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