Geologia, sismica e suoli

Frana di Castagno d'Andrea

Geosito di rilevanza locale

Evidenze morfologiche della frana storica, in parte ancora attiva, che si staccò dalle pendici occidentali del Monte Falterona nel 1335 dal sito denominato Gorga Nera, posto a 1645 m s.l.m..

La frana di Castagno d'Andrea vista dall'affioramento di Calcari a Lucina - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Castagno d'Andrea vista dall'affioramento di Calcari a Lucina - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Castagno d'Andrea vista dall'affioramento di Calcari a Lucina - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Calcari a Lucina, frana di Castagno d'Andrea - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
  • Superficie totale: 289.92 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Grande frana storica che si staccò dalle pendici occidentali del M. Falterona (lungo la dorsale che separa le depressioni tettoniche dell'alto Mugello e del Casentino) nel 1335 (dal sito denominato Gorga Nera, a 1645 m s.l.m.), in parte ancora attiva. Il corpo di frana è composto da materiale detritico molto vario immerso in una matrice limoso, sabbiosa e in parte argillosa, che ha favorito la messa in posto della frana tramite meccanismi di debris flow, e forma un'area mossa da gibbosità che si prolunga lungo l'asse vallivo del fosso Ronco Orlandino, sino a Castagno d'Andrea. Secondo alcuni autori l'evento franoso storico è da imputare a un evento sismico (terremoto). Sull'innesco della frana ha giocato un ruolo fondamentale anche l'estrema tettonizzazione delle rocce nell'area di distacco e sviluppo, che avrebbe favorito la grande produzione di detriti eterometrici (da sabbie a grossi massi) accumulatisi al piede dei pendii più ripidi poi disponibili come massa per la mobilizzazione gravitativa. L'evento franoso più recente che si è prodotto lungo questa coltre è avvenuto il 15 Maggio del 1827. L'area del Falterona è caratterizzata da una piovosità media piuttosto elevata (1429 mm e 106 giorni piovosi) con un massimo assoluto in novembre uno secondario in Aprile ed un minimo assoluto in Luglio (dati della stazione di Castagno d'Andrea). L'evento piovoso più intenso dal 1951 è stato quello del 4.11.1966 in cui sono caduti 170 mm di pioggia.

Lungo la frana si trova la zona paludosa chiamata Gorga Nera, termine che veniva usato per indicare luoghi dove si originavano, o si pensava che si originassero, fenomeni acustici come tuoni e boati che si manifestavano soprattutto all'approssimarsi di perturbazioni atmosferiche. Si tratta di una importante zona dal punto di vista faunistico. La depressione della Gorga nera, chiusa da una contropendenza, rappresenta una morfologia tipica delle grandi masse detritiche originate da movimenti franosi, spesso associate a ristagni d'acqua e piccoli specchi lacustri.

Sparsi sul corpo della Frana di Castagno d'Andrea, lungo la strada che conduce a Poggio Piancancelli si trovano diversi grandi massi di calcari a Lucina di colore grigio chiaro, che spiccano tra un rado boschetto di ontani. I resti di Lucine si intuiscono appena; i massi sono rivestiti a tratti da veli di concrezioni alabastrine e sono attraversati da superfici tettoniche che sono segnate da nitide strie di movimento. Questi calcari a Lucine affiorano in una giacitura rimaneggiata, dal momento che si trovano inglobati nel corpo di frana.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Geologia Applicata - Paleontologico;
Geotipi presenti: Calcari a Lucina - Frana complessa;
Interessi contestuali: Storico - Paesaggistico - Faunistico [Rana temporaria e tritone alpino nelle pozze lungo il corpo di frana, in fase di avanzato interramento.];
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"A stratigrafic and tectonofacies framework of the "calcari a Lucina" in the Apenninic Chain, Italy" - Ricci Lucchi F., Vai G. B. [1994] Geo Marine Letters, Vol. 14, n. 2/3.
"The "calcari a Lucina" macrofauna reconsidered: Deep-sea faunal oases from Miocene-age cold vents in the Romagna Apennines , Italy." - Taviani M. [1994] Geo Marine Letters, Vol. 14, n. 2/3.
"Guida all'escursione: il bacino e l'asta fluviale dell'Arno e del Serchio -Società Geologica Italiana, 76° riunione estiva, L'Appennino Settentrionale" - AA.VV. [1992] 76° riunione estiva, L'Appennino Settentrionale, Firenze 25-26 Settembre 1992.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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