Rilievo a forma trapezoidale a "mesa" che spicca lungo il crinale tra Lavino e Landa, formato da cineriti e marne mioceniche. Le ripide pendici boscate passano ai circostanti calanchi, incisi nelle "Argille Scagliose", attraverso strette fasce prative.
Monte San Michele - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte San Michele - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte San Michele - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte San Michele - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
Superficie totale: 101.35 ettari.
Quota altimetrica minima 184.1m. s.l.m., quota altimetrica massima 419.1m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Il versante sinistro della media valle del T. Lavino assume aspetti paesaggistici molto peculiari, dovuti allo sviluppo di profondi ed estesi bacini calanchivi dove affiorano le antichissime "Argille Scagliose". I versanti si presentano in massima parte spogli o coperti da prati e arbusteti, solo le pendici più stabili e meno acclivi presentano una copertura boschiva, dove si riconoscono anche alcune aree rimboschite con conifere. Lungo il crinale tra i torrenti Lavino e Landa, alla sommità di questi versanti così profondamente solcati dall'erosione, spicca Monte San Michele, un rilievo dal caratteristico profilo trapezoidale a "mesa", le cui ripide pendici boscate passano ai circostanti calanchi attraverso strette fasce prative. Costituito da rocce marnose e arenacee molto meno erodibili rispetto alle argille sottostanti, il monte rappresenta un tipico "zatterone", formato da materiali epiliguri, "galleggiante" sulla coltre di argille riferite alle Unità Liguri. Tra i boschi che lo rivestono si osservano alcuni lembi di castagneto da frutto, la cui crescita è favorita dalla natura silicea del substrato roccioso (si trovano lungo queste pendici livelli di cineriti riferiti al Tripoli di Contignaco); la zona centrale, che forma una sorta di piccolo acrocoro chiuso tra i boschi, è in parte coltivata.
"Assetto tettonico della zona pedemontana tra Bazzano e Zola Predosa ? Appennino Bolognese" - Cazzoli M. A., Tabarroni P., Zanna A. [1988] Rend. Soc. Geol. It., 11, 321-324.
"Geologia del settore bolognese" - Bongiorni D. [1962] Boll. Soc. Geol. It., vol. 81, pp. 80-113.
Avvertenze
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I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
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