Geologia, sismica e suoli

Frana di Corniglio

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Geosito di rilevanza regionale

Estesa frana, denominata La Lama, soggetta a periodiche riattivazioni, con piano di scorrimento profondissimo. Si tratta di una frana di tipo complesso, riattivatasi nel 1994, dopo quasi un secolo di quiescenza.

Frana di Corniglio - Foto Archivio Servizio Geologico
Frana di Corniglio - Foto Archivio Servizio Geologico
Frana di Corniglio - Foto Archivio Servizio Geologico
Vista dell'accumulo e, sullo sfondo, della zona di nicchia - Foto Archivio Servizio Geologico
Vista dell'accumulo e, sullo sfondo, della zona di nicchia - Foto Archivio Servizio Geologico
Vista dell'accumulo e, sullo sfondo, della zona di nicchia - Foto Archivio Servizio Geologico
La base dell'accumulo di frana
La base dell'accumulo di frana
La base dell'accumulo di frana
Geografia
  • Superficie totale: 200.29 ettari.
  • Quota altimetrica minima 547.2m. s.l.m., quota altimetrica massima 1121.4m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Si tratta di una frana storica, ben documentata nella letteratura, di tipo complesso e di grandiose dimensioni: lunghezza circa 3 km, larghezza massima circa 1,1 km e profondità superiore a 100 m nella zona di accumulo.

Sul contorno della frana affiorano formazioni facenti parte dell'Unità Subligure di "Canetolo" e dell'Unità Ligure "Caio", sovrascorse sulle Unità Toscane. Il coronamento di frana (in prossimità di M. Aguzzo) è impostato nell'Unità del Flysch di Monte Caio (CAO, flysch calcareo marnoso) con relativa base stratigrafica di natura argillosa, ridotta a pochi metri di spessore per laminazione tettonica in seguito al sovrascorrimento sull'Unità Canetolo. A valle del coronamento e fino al piede del versante (T. Parma) sono presenti due formazioni appartenenti all'Unità Canetolo: una unità argilloso calcarea di natura caotica (Mélange di Lago) e la Formazione delle Arenarie di Ponte Bratica (ABR, flysch arenaceo pelitico).

Le caratteristiche geologiche e geomorfologiche hanno svolto un ruolo fondamentale per la storia e lo sviluppo sociale ed economico della comunità residente. Il nucleo più antico del centro storico di Corniglio sorge attorno all'area del Castello, di epoca medievale, dominante sulla valle. Nei secoli successivi, l'occupazione del territorio ha interessato anche la grande frana, in primo luogo con le coltivazioni agricole e con piccoli nuclei di edifici rurali; nel 1902, nonostante le riattivazioni della frana avvenute nel 1612 e 1740 sono presenti sul corpo di frana alcuni villaggi (La Maestà, Linari, Case Zanni), oltre al cimitero del capoluogo; la nuova riattivazione nel 1902 distrusse solo parte degli edifici (e deformò la cappella del cimitero). In seguito, fino all'incirca agli anni '60 la maggior parte dell'espansione edilizia è stata contenuta sulla sommità della stretta dorsale nei dintorni del Castello; negli anni successivi si assiste alla costruzione di un intero quartiere sul corpo della frana (Linari), composto di una cinquantina di edifici e vari stabilimenti per la stagionatura del prosciutto, assai più vasto del borgo di inizio secolo. Nel 1996, dopo una prima parziale riattivazione del 1994, la grande frana si rimuove in tutta la sua estensione: nel mese di febbraio, Linari viene evacuata integramente pochi giorni prima di essere investita dalla frana. Negli anni successivi il perdurare della riattivazione esalta progressivamente la fragilità delle infrastrutture e del tessuto urbanistico: il Rio Maltempo, collettore sul lato sinistro minaccia di straripare nella frazione di Cà Pussini, esterna ma assai vicina alla frana; l'ostruzione del T. Parma determina un rischio idraulico in aree laterali al corso d'acqua (Ponte Romano, Ghiare); tutta la viabilità che raggiunge l'alta Val Parma risulta gravemente danneggiata o distrutta. Anche lo stesso abitato di Corniglio non è scevro da rischi: nella zona a monte del Castello (quartiere "Lumiera") si osservano "tension cracks" nei suoli e gravi lesioni sugli edifici: tale zona è interessata da movimenti gravitativi profondi di versante (DGPV): le ABR che formano la dorsale sulla quale sorge Corniglio, frammentate in una insieme di "blocchi" (poggianti sui complessi argillitici di base - Mèlange di Lago) interagendo con l'adiacente corpo della grande frana subiscono deformazioni correlate agli spostamenti della frana stessa.

Vari interventi per la riduzione del rischio sono stati eseguiti (con finanziamenti statali e regionali): ripetuti lavori per il ripristino della rete scolante la frana, difese delle sponde e risezionatura dell'alveo del T. Parma, pozzi e perforazioni suborizzontali per il consolidamento della dorsale su cui sorge il centro storico di Corniglio. Il comune di Corniglio ha redatto una specifica variante al Piano Regolatore Generale per il trasferimento delle abitazioni private, delle attività economiche e delle infrastrutture di servizio distrutte dalla frana. Indispensabile, in ogni momento della riattivazione della frana, è stato il monitoraggio (topografico, inclinometrico, aerofotografico, piezometrico); nel quartiere Lumiera è stato installato dalla Regione Emilia Romagna un Sistema Inclinometrico Automatizzato messo a punto dal CNR-IRPI di Torino. Tratto da: La grande frana di Corniglio: un dramma per un intero Comune.

Larini G., Malaguti C.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Frana;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Avvertenze

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